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Orlando, da discreto attore, nel suo spot di fine mandato si proclama Re, missione compiuta

La colpa non è mai di Orlando

Orlando, da discreto attore, nel suo spot di fine mandato provoca e sfotte i palermitani

La Palermo di Orlando è oramai al finish, lui lo sa benissimo, come sa benissimo che il partito democratico, di cui detiene le maggiori azioni,  perderà. È tanto cosciente della sconfitta che ha “usato” Franco Miceli come capro espiatorio del suo fallimento di Amministratore. Ciò lo dimostra il fatto di aver messo in protezione il suo numero 2 di sempre (anche se non ha i numeri per essere numero 2) Fabio Giambrone.  Orlando la sa lunga e non può permettersi di perdere due volte, sia mai fare “stronzate” con i suoi cucciolotti, ancora di più  con Fabio Giambrone.

Franco Miceli dunque ha due e più  avversari seri:

Uno naturale che è Lagalla;

L’altro meno naturale è lo stesso  Orlando che tutto desidera tranne che vinca Miceli. Lui probabilmente voterà come consigliere il suo Fabio e come sindaco Lagalla. Povero Miceli e poveri quelli del PD che piangono la croce Orlandiana di cui hanno timore a disfarsene. Si, molti di loro dicono “meglio averlo amico dentro che nemico fuori”.

Ma andiamo allo spot di fine mandato dell’attore Orlando.

 

La versione “lunga” di molti minuti fa una disamina su tutto quello che dice di aver prodotto senza mai entrare nello specifico di chi ha davvero portato avanti iniziative per la città e prendendosi meriti non suoi, ma tutti lo sanno Orlando è da sempre “prima e unica donna” e per ogni occasione.

Palermo ha avuto da Orlando ciò che piaceva a lui e alla sua piccola lobby di cui mai avrà gratitudine. Esiste solo Orlando, Re assoluto di Palermo

La cosa che tuttavia fa specie è il suo “sorvolare” sulle problematiche che lo ha visto in questi ultimi anni perdente impreparato, ai limiti dell’illegalità e che per sua fortuna non ha subito conseguenze poichè gode di una “certa” protezione. Al posto suo ci fosse stato un altro Amministratore sarebbe stato più che denunciato.

I temi di cui nello spottone fa finta di niente  e che sa di produrre sgomento sono davvero tanti e molto delicati. Salute pubblica? Roba di altri amministratori. Cimiteri e bare abbandonate per anni? Non è roba da Sindaco internazionale? Strade e vivibilità urbana? Robetta da sindaci antichi. Piano rifiuti, monnezza? Imprese e commercio? Piani per contrastare la crisi anticovid? Abusivismo e regole per gli ambulanti? Sicurezza e controllo del territorio? Polizia municipale? Trasporto urbano? Aiuti ai meno abbienti? Periferie e zone disagiate? Conti e bilanci finti, truccati elaborati per appattare la settanta? Roba che non interessano i sindaci visionari. Trova spazio invece per parlare degli sporchi ladri evasori di Palermo con particolare attenzione alle zone ricche della città. Li accusa furbamente e sommessamente perché non pagano le tasse. Senza però chiedersi per quali servizi funzionali dovrebbero pagare.  Certamente  pagare per i tanti disservizi e poi?

Ecco che nello spottino dell’attore Orlando si evince il tentare di sfuggire alla realtà richiamando alle sue colpe le altre città del nord che soffrono degli stessi problemi, come se fosse una “giusta causa”.

Dunque Orlando si è tradito da solo perché è un uomo solo, con pochi accanto che non lo amano, semmai lo temono.

Su Cultura a Orlando non lo fotte nessuno!

Dite?

E’ numero uno? Forse a tratti si, specie quando si rivolge alla Cultura acquistata a tutti piccioli al di fuori della città,  si fuori dal contesto locale o con quella condivisa con i suoi “discepoli”. Ecco dunque che se entriamo nel merito delle cose e punto per punto ci accorgiamo che Orlando ha tradito la Palermo della cultura, ricordandosene solo quando questi uomini non sono più in terra. Ha fatto finta di piangere e ancor di più elogiato quegli artisti che già erano morti, si di fame, sol per fare comizio e nel ricordo del nulla.

Nessun accenno al fallimento dei Teatri, primi tra tutti il Teatro Biondo consegnato a uomini e donne di sua fiducia, ma che si sono rivelati “non all’altezza della situazione”. Insomma finiu a schifiu, perserò il teatro e l’amico Orlando.

Orlando dunque sa dire di NO a quelli definibili più deboli, ma è abbordabile con i potenti. Lo dimostra quella cagata di installazione ai quattro canti a cui il Sindaco non ha saputo dire di NO, sia mai mettersi contro la sorella del Giudice ammazzato dalla Mafia.

Possiamo chiudere lo spot di autoproclamazione del Re del nulla nel dire che tutto si è giocato in questa campagna elettorale, ma non che sia stato gradito dai palermitani. Non sta funzionando nemmeno la distribuzione delle “tessere preziose” consegnate a tignitè a chi che sia per amor di…patria?

Caro Sindaco della primavera non ti sei mica accorto che era arrivato un inverno grigio, buio e triste? Palermo ti ringrazia per quest’ultima sceneggiata e ti augura di trovare spazio (lo troverai) in qualche ONG o cose simili dove potere sfogare la tua “visione” da orbo che vuole vedere solo ciò che vuole vedere pensando che la città la stai lasciando sul lastrico, senza picciuli, senza idee e tante incompiute.

Grazie di quest’ultimo sfottò.

Francesco Panasci

 

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