
Indovina ventura, scritto e rappresentato per la prima volta nel 1979, nasce come spettacolo per ragazzi e si sviluppa per apparizioni e dissolvenze incrociate, che danno voce a figure emblematiche dei vecchi quartieri di Palermo. Scorrono le coppie storiche del teatro di Scaldati: Totò e Vicé, buffa e trasognata coppia di filosofi barboni, Titì e Vincenzina, ambulanti straccioni e sognatori percorsi da un fremito di vita che avvolge l’intero luogo della rappresentazione. Frammenti di vita, di miserie e di incantamenti rivelati con gli strumenti del teatro e della poesia.
L’universo che Scaldati ci ha fatto conoscere e amare attraverso la sua opera che coglie il senso profondo di una cultura, di una lingua e di una storia profondamente radicate nella città, ma capaci di irradiarsi nella drammaturgia nazionale ed europea.
Un universo che sta per scomparire e che la compagnia recupera attraverso un laboratorio con gli attori che con il drammaturgo scomparso hanno lavorato in questi ultimi anni.
Sempre mercoledì 2 luglio, alle 22, in piazza XV Gennaio musica con “Sicilia semi – desta. Canti per una voce insonne”, di e con Miriam Palma.
Questi gli interpreti: Miriam Palma (voce), Gabriele Giannotta (chitarra classica), Emanuele Buzi e Nino Giannotta (mandolino), Michele Ciringione (contrabbasso). Arrangiamenti originali di Mauro Schiavone. Ingresso libero.
Questo spettacolo si muove all’interno di una raccolta personalissima di canti, piccole storie e musiche, interpretate da Miriam Palma e coniuga la ricerca alla tradizione vocale siciliana. L’idea su cui si fonda il progetto è quella di cogliere l’aspetto più peculiare della musicalità e del canto siciliano. Con questo intento si è guardato indietro a quella grande vocalità di appartenenza mediorientale da cui trae origine il canto siciliano: le sfumature, i melismi, i quarti e ottavi di tono che lo rendono particolare e affascinante. Dunque un ritorno a casa, alle origini a quegli archetipi vocali che affondano le radici direttamente nella cultura greca e mediorientale.
Uno sguardo alla Sicilia alla sua natura complessa e multiforme, dove gli estremi, primitività e raffinatezza convivono apparentemente tranquilli. Lo spettacolo concerto consiste di una raccolta di canti della tradizione siciliana “quelli che ho più amato”, intercalati da piccolissime storie musicali di personaggi, tra l’ironico e il surreale, realmente esistiti, alcune scritte da Miriam Palma altre tratte da“museo d’ombre“ di Gesualdo Bufalino. Lo spettatore verrà proiettato nell’immaginario geografico e umano siciliano.