Oggi, 18 maggio, si commemora il santo laico della creatività libera
San Liberato da ogni Incertezza: guida invisibile di chi osa creare nonostante il dubbio

San Liberato, il santo che ci salva dal dubbio
Un’invenzione? Forse. Ma di quelle che servono all’anima creativa.
Oggi, 18 maggio, si commemora il santo laico della creatività libera
Premessa
Viviamo tempi in cui le incertezze superano le certezze, e l’atto creativo – che sia scrivere un progetto, comporre musica, immaginare un’impresa, proporre un’idea – richiede ogni giorno un piccolo miracolo: credere in qualcosa che ancora non esiste. In un mondo che ha santi per ogni paura, ci mancava un santo per l’azione.
E allora lo abbiamo creato.
San Liberato da Ogni Incertezza nasce così: non come figura religiosa, ma come simbolo laico e potente per chi affronta ogni giorno la sfida del pensiero, dell’immaginazione, della trasformazione.
Perché la creatività è una fede. L’innovazione è una scelta di coraggio. Le idee hanno bisogno di forza, visione, ma anche di protezione. Di una guida interiore.
Ecco perché oggi, il 18 maggio, decidiamo di celebrare questo nuovo patrono dell’anima creativa.
Non esiste nei calendari, ma vive ovunque si accende la scintilla dell’invenzione.
Da oggi ha un nome nuovo chi ogni giorno combatte con il dubbio, con l’attesa, con la voce che dentro dice “non ce la farai”. Si chiama San Liberato da Ogni Incertezza e non è mai stato canonizzato. Ma esiste eccome. Lo si invoca senza inginocchiarsi, lo si celebra ogni volta che si sceglie di agire, creare, rischiare.
Il santo che non c’è, ma serve
San Liberato da Ogni Incertezza non compare nei calendari liturgici. Non ha una parrocchia né reliquie. È un’invenzione, sì. Ma ha radici vere. È il simbolo di chi sceglie il coraggio, anche quando l’anima trema. È la voce amica che spinge chi scrive, chi suona, chi sogna, a non mollare proprio ora. A continuare anche quando il progetto sembra inutile, il percorso incerto, il futuro nebbioso.
Una foto, un capitolo, un segno
La sua apparizione – e chi lo conosce lo sa – è spesso silenziosa. Oggi, per esempio, si è manifestato in una foto: un libro aperto su un pianoforte, alla pagina intitolata “L’energia delle idee”. Lì, tra i tasti e le parole, l’immagine di un pensiero che si trasforma in azione. È lì che abita questo “santo laico”: nei luoghi dove arte, ragione e intuizione si incontrano.
Una liturgia interiore
Non ha messe, ma ha gesti. Un silenzio consapevole, una musica improvvisata, un’idea appuntata sul taccuino, una frase detta nel momento giusto. San Liberato da Ogni Incertezza ci parla ogni volta che smettiamo di aspettare il momento perfetto e iniziamo a vivere davvero il nostro talento.
E se oggi, 18 maggio, vogliamo rendergli omaggio, basta un pensiero: “Non so se andrà bene, ma lo faccio lo stesso”. È lì che si manifesta. Nell’incertezza trasformata in atto. Nell’energia rimessa in circolo. Nella volontà di non farsi paralizzare da ciò che non si può controllare.
Chi cerca santi veri, li troverà nei calendari. Chi cerca una spinta nuova, oggi può contare su questo. Un’idea. Una invenzione. Una verità profonda mascherata da leggenda.
Questo santo laico – che è pura fantasia – non fa concorrenza ai santi della nostra Chiesa. Non si permetterebbe mai.
Ma per chi ne sentisse la necessità, può diventare una guida. Un’idea simbolica, un pensiero libero, laico, creativo, che alimenta quella forza interiore che spesso manca: l’autoconvinzione. La scintilla che riaccende tutto.
San Liberato da ogni Incertezza. Patrono di chi si reinventa. Protettore di chi prova comunque.
Epilogo
Lo so. Alcuni di voi, arrivati fin qui, staranno pensando:
“Ma che vuole dire Panasci con questo pezzo?”
Semplice: a volte, per raccontare una cosa vera, bisogna inventarsela. Serve un simbolo per restituire forza a chi crea, pensa, progetta, rischia. Esiste una spiritualità laica, fatta di coraggio quotidiano, di scelte non scontate, di idee che chiedono di nascere anche quando tutto intorno frena.
Un’operazione culturale e comunicativa
San Liberato da Ogni Incertezza non è solo una trovata creativa: è una rubrica potenziale, un format editoriale, forse persino un progetto più ampio dedicato ai simboli dell’ispirazione e del coraggio contemporaneo. In un tempo saturo di banalità e linguaggi spenti, dare forma a una figura così è un atto di identità culturale. Ed è perfettamente coerente con il mio stile.
Una coerenza con la mia missione
Questa figura parla di energia, di idee, di libertà interiore. Parla della necessità di resistere, reinventarsi, creare. Parla di me. Della mia filosofia, della mia visione della cultura come motore vivo, umano e digitale. Non è un esercizio di stile: è un’espressione profonda. Perché non c’è nulla di più potente di un messaggio che nasce da dentro e che – umilmente – vuole arrivare agli altri.