Anziani, vita piena fino all’ultimo giorno
Dal racconto di una generazione che accudisce i genitori alla proposta di una legge per colmare le lacune
20 settembre 2025 — Stiamo diventando la generazione che accompagna i genitori molto anziani. A 50 o 60 anni cambia lo sguardo: non è più teoria, è quotidianità. Mentre molti over 80 e 90 vivono solitudini e rinunce, le famiglie reggono da sole il peso. Serve un salto: riconoscere agli anziani non solo cura, ma socialità, autonomia, dignità fino all’ultimo giorno. E servirà una legge chiara.
Perché ci riguarda tutti
La vecchiaia non è un tema degli altri: è un turnover. Oggi tocca ai nostri genitori, domani a noi, dopodomani ai nostri figli. La realtà è semplice: anche chi sta bene economicamente rischia di non avere più svago, discussioni leggere, abbracci. La cura ricade spesso su sorelle, fratelli e figli non più giovani, con lavoro, salute e bilanci da gestire. Il risultato è una fatica sommersa. La società, nel suo insieme, appare impreparata: la dimensione sanitaria esiste, ma la vita delle persone è fatta anche di relazioni, trasporti accessibili, luoghi d’incontro, attività culturali, piccoli aiuti che liberano tempo e ridanno ruolo.
Il quadro attuale e le lacune
Negli ultimi anni sono state varate riforme importanti per l’integrazione socio-sanitaria e la presa in carico dell’anziano non autosufficiente. Eppure, sul territorio i servizi restano disomogenei e l’accesso è spesso complesso. La socialità non è ancora un diritto esigibile come la prestazione sanitaria; i trasporti age-friendly sono insufficienti; la figura del caregiver familiare è riconosciuta a tratti, ma con tutele non uniformi su congedi, contributi, formazione e sostegno psicologico. Manca un monitoraggio pubblico, trasparente e comparabile che racconti ciò che davvero funziona Regione per Regione e Comune per Comune.
Proposta di legge: “Vita piena fino all’ultimo giorno”
Finalità. Garantire dignità, autonomia e partecipazione sociale degli anziani fino all’ultimo giorno, riducendo le disuguaglianze territoriali.
- LEPS della socialità. Istituire livelli essenziali per la partecipazione: centri di aggregazione di quartiere, programmi intergenerazionali, attività culturali e ricreative con voucher dedicati; trasporti age-friendly gratuiti o calmierati per l’accesso alle attività.
- Domiciliarità potenziata. Presa in carico unica con valutazione multidimensionale (sanitaria, sociale, psicologica), équipe integrate e budget di cura personalizzato. Obiettivo: evitare ricoveri impropri e isolamento domestico.
- Statuto del caregiver familiare. Congedi retribuiti fino a 6 mesi nell’arco della vita lavorativa; permessi e flessibilità obbligatoria; contributi figurativi ai fini pensionistici; voucher di sollievo; formazione certificata e sportelli di supporto psicologico gratuiti. Istituzione di un Fondo nazionale caregiver con dotazione stabile.
- Prevenzione della fragilità e salute mentale. Screening annuali per fragilità fisica e isolamento sociale; visite domiciliari anche psicologiche; coinvolgimento del Terzo settore con convenzioni trasparenti e standard di qualità.
- Monitoraggio e trasparenza. Osservatorio nazionale per l’invecchiamento attivo con cruscotto pubblico: servizi attivi per territorio, tempi di accesso, esiti di autonomia e benessere, soddisfazione degli utenti. Relazione annuale al Parlamento.
- Coperture e governance. Integrazione stabile di risorse statali, regionali ed europee (in quota sociale e sociosanitaria), con obiettivi misurabili legati all’erogazione dei LEPS della socialità.
Oggi tocca a loro, domani tocca a noi. Se vogliamo una società giusta, dobbiamo riconoscere che la vita è piena finché resta relazione, autonomia, cultura, utilità. Questo è il senso di una legge che non parla solo di assistenza, ma di futuro.
Fonti essenziali (sezione redazionale): principi costituzionali; riforme nazionali su anziani e non autosufficienza; documentazione istituzionale su caregiver familiare; linee su invecchiamento attivo e integrazione socio-sanitaria.
