Minorenni violenti e rapine seriali: la Polizia di Stato effettua tre arresti a Palermo
Due adolescenti di 14 e 15 anni autori di rapine e furti, un terzo responsabile di un tentativo di estorsione

Palermo, 20 maggio 2025 – Sono tre i minorenni arrestati dalla Polizia di Stato nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Palermo, guidata dal procuratore Claudia Caramanna. L’operazione, condotta dagli investigatori del Commissariato di P.S. “Porta Nuova”, ha portato all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere e collocamento in comunità, emessa dal Gip per i Minorenni, per gravi reati tra cui rapina pluri-aggravata, furto pluri-aggravato e tentata estorsione con metodo del “cavallo di ritorno”.
I primi due giovani, di 14 e 15 anni, sono ritenuti responsabili di una vera e propria sequenza di atti criminali, commessi tra luglio e settembre 2024. Tra i reati contestati vi sono il tentativo di furto di un’Alfa Romeo Giulietta nel quartiere Villaggio Santa Rosalia, il furto di batterie da monopattini elettrici in piazzetta Messinese e ben tre rapine notturne ai danni di un locale di via Ernesto Basile.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti, le rapine sarebbero state commesse con modalità particolarmente violente: i minorenni avrebbero utilizzato tirapugni, spintoni, strattoni e percosse per sopraffare le vittime, mostrando un comportamento che, come evidenzia il giudice, rifletteva una determinazione e una freddezza tipica di adulti criminali esperti.
Il terzo minore coinvolto, 16 anni, è invece accusato di un tentativo di estorsione nel quartiere Borgonuovo, applicando la tecnica del cosiddetto “cavallo di ritorno”, ovvero la richiesta di denaro per restituire un bene rubato. L’episodio si inserisce in un’indagine già avviata che aveva portato, il 9 aprile scorso, all’arresto in flagranza di un coetaneo.
Secondo il Giudice per le Indagini Preliminari, i tre minori sono perfettamente inseriti in contesti criminogeni e il loro comportamento risulta “sintomatico di una personalità in formazione deviante”, spinta dalla ricerca di soddisfazione immediata e dalla totale assenza di empatia o rispetto per i diritti altrui.
Le indagini della Polizia hanno infatti messo in luce non solo la gravità dei singoli episodi, ma anche una preoccupante disorganizzazione sociale e familiare alle spalle dei giovani, che sembrano agire per mero tornaconto economico e con una spiccata propensione all’intimidazione e alla violenza.
In ragione della pericolosità sociale e della recidiva, il Tribunale ha disposto l’applicazione di misure restrittive della libertà personale, con l’obiettivo di sottrarre i giovani al contesto deviante in cui si sono formati. Due minori sono stati collocati in carcere minorile, mentre per il terzo è stato deciso il collocamento in comunità.
Un segnale forte da parte delle istituzioni, che richiama l’attenzione sull’urgenza di interventi educativi e sociali, accanto a quelli giudiziari, per contrastare una criminalità giovanile che appare sempre più precoce e strutturata.