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Mazara, addio a Maria Cristina Gallo: la prof che sfidò i ritardi della sanità

Il referto arrivò dopo otto mesi: Giorgio Mulè la ricorda come “combattente irriducibile"

È morta a Mazara del Vallo Maria Cristina Gallo, 56 anni, la professoressa che aveva denunciato i gravi ritardi nella consegna degli esami istologici dopo una biopsia effettuata per una malattia che l’aveva colpita. Il medico richiese il referto nel dicembre 2023 dopo l’isterectomia, ma l’azienda sanitaria lo consegnò solo otto mesi dopo, nell’agosto 2024, quando il quadro clinico di Maria Cristina Gallo era ormai gravemente compromesso da metastasi diffuse.

Dalla denuncia della docente era scaturita un’inchiesta della Procura di Trapani, tuttora pendente, in cui risultano indagati dieci medici. La vicenda aveva suscitato profonda indignazione in città e sollevato interrogativi sui tempi e sulle procedure dei laboratori incaricati delle analisi.

Sulla sua scomparsa è intervenuto anche Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera, che era stato vicino alla professoressa e aveva portato la sua denuncia all’attenzione pubblica:

“Cristina Gallo ci ha lasciati. È stata una mamma tenerissima, una moglie esemplare, un’insegnante innamorata. È stata una combattente irriducibile. Non il caso e neppure la fatalità hanno deviato il corso della sua esistenza: Cristina è diventata simbolo, suo malgrado, di uno di quei casi che si definiscono di malasanità. Pur essendo provata dalla sofferenza, non si è mai arresa. Ha combattuto la malattia e insieme una battaglia per cercare verità e giustizia. Ha combattuto soprattutto per aiutare gli altri. Sono stato al suo fianco e sono stato orgogliosamente il suo “moschettiere”, come mi ha ripetuto tante volte. Oggi piango la morte di un’amica e di una implacabile guerriera dolcissima. Abbraccio Giorgio che con il suo amore è stato con i figli la vera àncora di Cristina. Per consegnare a tutti un briciolo della straordinaria persona che era, riporto un messaggio che ho ricevuto da Cristina quando era già consapevole che il suo destino era segnato: “… purtroppo..se io avessi avuto il referto del mio banale fibroma subito non avrei avuto metastasi, non sarei stata al quarto stadio, con il rischio di morire .. tuttavia il bene che ne verrà mi da’ sollievo e spero ci sia anche giustizia. Speriamo tutto questo possa servire a cambiare le cose..per i nostri figli e per chi non ha voce”. Addio, Cristina. Il tuo “moschettiere” continuerà insieme a te la battaglia. Implacabile, stanne certa.”

La morte della professoressa riaccende una ferita profonda nella comunità e pone ancora una volta l’accento sulle conseguenze reali dei ritardi e delle inefficienze nella sanità pubblica. La sua vicenda resta un grave monito su come l’attesa nella sanità possa trasformarsi in una condanna, quando i ritardi e la burocrazia prendono il posto della cura e della tempestività che ogni paziente merita.

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