
«Ascoltiamo tutti – dichiara nel giorno in cui la Cgil minaccia di essere di essere pronta alla mobilitazione – ma cosa c’è da fare lo sappiamo. Lo faremo non pensando alle associazioni di categoria, ma alle famiglie e alle imprese che hanno problemi reali». Proprio sulla direzione da dare ai tagli, più a carico dell’Irpef oppure dell’Irap, si è innescata la polemica dei sindacati a cui il presidente del Consiglio replica prontamente: «Imbarazzante che per anni si sono aumentate le tasse, ora che si stanno abbassando sono iniziate le polemiche: “le abbassi agli altri e non a me”. Non dobbiamo pensare a un derby Confindustria-sindacati». Piuttosto, argomenta il premier, «verrebbe da chiedergli, che avete fatto negli ultimi 20 anni per cambiare l’Italia?».
Dovremo, comunque, aspettare mercoledì per capire quale sarà la scelta del Governo relativa alle due imposte. Ma su un punto è stato piuttosto chiaro: «Abbassare le imposte alle imprese è una cosa che cercheremo comunque di fare», tentando allo stesso tempo di dare a chi guadagna 1.500 euro al mese «e non ce la fa», «qualche decina di euro in più al mese», in modo che «quei 100 euro possano essere rimessi in circolo, per andare a mangiare una pizza o comprare un astuccio nuovo», dando una spinta in questo caso ai consumi per rilanciare l’economia.
Quindi, l’ex sindaco di Firenze fa un passaggio sulle misure sul lavoro e il sussidio di disoccupazione, temi su cui sono intervenuti pure i sindacati, «se si schiereranno contro il governo, ce ne faremo una ragione», è l’affermazione del premier. Che provoca però la replica piccata del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, il quale tiene a mantenere le distanze dalla collega di Cigl, Susanna Camusso: «Renzi non faccia l’errore di fare di tutta un’erba un fascio. Ci sono sindacati e sindacati, come ci sono politici e politici. Tolga i paraocchi».
Marina Pupella