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Mare calmo al porto di Palermo. Schifani, rilassato, ritira la sospensiva facendo la scelta giusta.

Una decisione che abbassa lo scontro politico e lascia al Tar il compito di decidere. La coerenza sulla meritocrazia resta la sfida più grande

Mare calmo al porto di Palermo. Schifani, rilassato, ritira la sospensiva facendo la scelta giusta. Per lui contano i requisiti, ma non sempre. Con il Tar presto vedremo.

La decisione ben meditata da Schifani certamente evita uno scontro sterile all’interno di questa coalizione. Certo, il TAR valuterà il merito, ma nel frattempo il tempo darà ragione a chi la ragione l’ha sempre avuta. Meritocrazia invocata a giorni alterni: o si usa il metodo o non si usa affatto.

9 settembre 2025 – Mare calmo al porto di Palermo. Il presidente Renato Schifani ha deciso di ritirare la sospensiva sul ricorso contro la nomina di Annalisa Tardino a commissaria dell’Autorità portuale. Una scelta che abbassa i toni, evita lo scontro politico immediato e rimette tutto nelle mani del Tar, che potrebbe fissare l’udienza già a gennaio 2026.

Pertanto, sembrerebbe che la tempesta sia passata al porto. È tregua tra i nemici della nomina e i finti amici della concretezza. Schifani ritira la sospensiva della discordia, ma dal Ministero arriva solo un silenzio rispettoso.

Siamo chiari: in ballo non c’è solo la querelle Tardino, ma un pacchetto di dossier strategici che valgono miliardi e che nessun governatore siciliano può permettersi di sacrificare in nome di una guerra personale.
Sul tavolo ci sono:

  • Ponte sullo Stretto di Messina – progetto da 13 miliardi, ponte sospeso più lungo al mondo (3,6 km, campata centrale di 3.300 m), 120.000 posti di lavoro previsti ogni anno in fase di costruzione, 40 km di raccordi stradali e ferroviari. Opera considerata strategica anche in chiave NATO.

  • Rete ferroviaria Palermo-Trapani (via Milo) – elettrificazione e potenziamento per 87 km, 85 milioni di euro di fondi PNRR, riduzione tempi di percorrenza fino a 50 minuti.

  • Linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina – cantieri aperti per l’ammodernamento e la velocizzazione, con gallerie e nuove tratte ad alta capacità gestite da Webuild.

  • Opere stradali e autostradali – messa in sicurezza e completamento tratti della A19 Palermo-Catania e lavori sulla A29 Palermo-Mazara del Vallo.

  • Porti e logistica – rilancio del sistema portuale siciliano integrato con ZES e retroporti.

  • Aeroporti – investimenti annunciati per Palermo, Catania e Comiso, con fondi statali ed europei.

Un’agenda di grandi opere e investimenti: infrastrutture, trasporti, grandi opere. Schifani lo sa bene e non può andare a sbattere contro Salvini, un ministro che lui stesso ha elogiato così: «Ho già dichiarato che Salvini è il miglior ministro delle Infrastrutture di un governo nazionale che la Sicilia abbia mai avuto».

La mossa giusta

«La Regione Siciliana – si legge in una nota – ha chiesto al Tar di Palermo di affrontare nel più breve tempo possibile il merito del ricorso. (…) Palazzo d’Orléans ha scelto di non insistere sulla sospensione cautelare dell’atto ministeriale, ritenendo più utile un giudizio completo e approfondito piuttosto che un intervento limitato e sommario».

In altre parole, meno bracci di ferro cautelari e più attenzione al giudizio pieno. Schifani ha fatto bene: una battaglia di sospensive avrebbe solo logorato la coalizione e dato fiato allo scontro sterile.

La coerenza che manca

Schifani ha invocato la meritocrazia subito dopo la nomina di Tardino. Bene, ma la logica non può valere a intermittenza. Quanti esterni senza reali titoli siedono nei ruoli chiave della pubblica amministrazione? Potremmo scriverne di tutti i colori. La “solerzia” mostrata in questo caso non si è vista altrove. E qui sta il nodo: o il metodo si applica sempre, o non è credibile.

Il tempo dirà

Per ora Tardino resta in carica e guida l’Autorità che controlla i porti di Palermo, Termini Imerese, Trapani, Sciacca, Porto Empedocle, Licata e Gela. Questo periodo di commissariato, piaccia o no, le porterà esperienza concreta. Il Tar chiarirà se i requisiti tengono. Nel frattempo, il tempo farà giustizia anche sulla coerenza della politica.

Meno polemiche, più fatti: Schifani ha scelto la via giusta. Adesso, sul banco di prova, restano la meritocrazia e la capacità di dare risposte al territorio.

Ma vale per tutti?

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