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L’UE dà ragione all’Italia sui rimpatri: mentre la sinistra protesta, le città sono ostaggio delle gang straniere

Bruxelles conferma la legittimità della lista dei Paesi sicuri stilata dal governo italiano, mentre la criminalità straniera dilaga nelle città tra violenze, spaccio e insicurezza.

L’UE sostiene l’Italia sul caso Albania: la sinistra smentita, mentre le città italiane sono ostaggio delle gang straniere

 

L’Unione Europea ha espresso il suo sostegno all’Italia riguardo al protocollo sull’immigrazione siglato con l’Albania, smentendo le critiche della sinistra e confermando che spetta ai governi nazionali designare i cosiddetti “Paesi sicuri”. Un duro colpo per chi, come Laura Boldrini e altri esponenti della sinistra, aveva parlato di “sequestri di persona” e “violazioni dei diritti umani”, cercando di ostacolare una delle poche iniziative concrete messe in campo per frenare l’immigrazione illegale.

 

Nel frattempo, la realtà nelle città italiane racconta una storia ben diversa. Da tempo, molte aree urbane sono ostaggio di bande criminali straniere che si spartiscono il controllo delle piazze di spaccio, gestiscono traffici illeciti e creano zone franche dove lo Stato fatica a entrare. Un fenomeno evidente in città come Milano, Roma e Torino, ma che si estende ormai anche a centri più piccoli.

 

Gang straniere e criminalità fuori controllo

 

Gli esempi sono numerosi e sotto gli occhi di tutti:

 

Milano, da tempo teatro di scontri tra gang di origine nordafricana e sudamericana, con accoltellamenti, rapine e violenze che ormai si ripetono quotidianamente, specialmente nelle zone di San Siro e della Stazione Centrale.

 

Torino, dove interi quartieri come Barriera di Milano sono diventati roccaforti della criminalità, con spaccio e violenze tra bande che si contendono il controllo del territorio.

 

Roma, dove gruppi di immigrati irregolari gestiscono racket di droga e prostituzione, e dove alcune zone periferiche come Tor Bella Monaca o il Pigneto sono diventate punti critici per la sicurezza.

 

 

A tutto questo si aggiungono episodi sempre più frequenti di aggressioni, rapine e violenze sessuali commesse da immigrati clandestini, molti dei quali con precedenti penali. La situazione è aggravata da un sistema giudiziario che spesso rimette in libertà soggetti pericolosi, rendendo impossibile un’azione efficace di contrasto alla criminalità.

 

Il sostegno dell’UE alla linea del governo

 

Mentre l’opposizione e alcuni settori della magistratura tentano di bloccare qualsiasi politica di contenimento dell’immigrazione illegale, la Commissione Europea ha ribadito che spetta ai governi decidere quali siano i Paesi sicuri per il rimpatrio. In un’udienza presso la Corte di Giustizia dell’UE a Lussemburgo, l’avvocato della Commissione, Flavia Tomat, ha sottolineato che la direttiva 2013/32 sulle procedure d’asilo consente agli Stati membri di designare autonomamente i Paesi sicuri, a condizione che vengano rispettate determinate garanzie.

 

Questa presa di posizione rafforza la strategia del governo italiano, che ha incluso Egitto, Tunisia, Bangladesh e Albania nella lista dei Paesi sicuri per accelerare i rimpatri. Il capodelegazione di Ecr-FdI, Carlo Fidanza, ha commentato positivamente la notizia, sottolineando come l’UE confermi la legittimità dell’azione del governo Meloni, smentendo ancora una volta la narrazione della sinistra.

 

L’attesa decisione della Corte di Giustizia dell’UE

 

La sentenza definitiva della Corte di Giustizia dell’UE è attesa per l’estate, con le conclusioni dell’Avvocato Generale Richard de la Tour previste per il 10 aprile. Nel frattempo, l’Italia prosegue sulla strada del contenimento dell’immigrazione irregolare, nella consapevolezza che fermare l’arrivo indiscriminato di clandestini è essenziale non solo per la sicurezza nazionale, ma anche per il futuro delle nostre città.

 

Oggi più che mai, il contrasto all’immigrazione illegale non è solo una questione politica, ma una necessità dettata dalla realtà dei fatti: senza controlli e rimpatri, l’Italia rischia di perdere il controllo del proprio territorio, lasciando intere città in balia delle gang straniere e della criminalità organizzata.

 

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