Vittoria da 16 anni lotta per la verità sulla morte di Sergio Ragno

(Riceviamo e pubblichiamo)

Lettera aperta di una madre che chiede da 16 anni la verità sulla morte del figlio Sergio, Carabiniere scelto.

 

“Sono Vittoria, madre del Carabiniere Sergio Ragno. Morto durante un’azione antidroga a Firenze, dove svolgeva il suo servizio. Mio figlio non doveva essere lì in quel momento, secondo il regolamento. Invece c’era, perché gli avevano chiesto di partecipare all’azione di cattura di un pericoloso spacciatore e Sergio, pur avendo appena terminato un lungo turno di servizio, si era subito detto disponibile ad aiutare i suoi colleghi.
Mentre inseguiva il disgraziato spacciatore in fuga, la sua moto ha urtato l’autovettura di una scriteriata che proprio in quel momento ha eseguito una manovra ad “U” azzardata. Sergio è rimasto a terra, agonizzate, per molti lunghissimi minuti, durante i quali i suoi colleghi non sapevano più che fare. Forse hanno perso la testa, forse aspettavano indicazioni dai loro superiori, che non arrivavano. Fatto sta, che l’ambulanza è giunta quando oramai non c’era più niente da fare. Così è morto mio figlio, Sergio, sul selciato.
Perché non l’hanno salvato? Per il semplice motivo che Sergio non doveva, non poteva essere lì. Sarebbe dovuto andare a risposarsi nella sua stanza; per alcuni, avrebbe dovuto farsi gli affari suoi. Ma non è questo lo spirito dei Carabinieri: ha aderito invece prontamente alla richiesta del suo caposquadra, e si è precipitato a compiere il proprio dovere, a dare manforte ai colleghi rimasti in pochi, senza risparmiarsi.
Tutti quelli che avrebbero potuto ricevere danni alla propria carriera dall’incidente di Sergio, hanno fatto in modo che non risultasse in servizio. Hanno fatto a scarica barile, si sono rimpallati la responsabilità. Per salvarsi, lo hanno condannato a morte. Sia fisica, che civile. Sono giunti persino a sostenere che si trovasse alle Cascine a prendersi un caffè, mentre era in sella alla sua moto lanciato all’inseguimento di uno spacciatore. Hanno negato tutto, perfino l’evidenza. Per sedici anni.
Per sedici. Lunghissimi. Tormentatissimi. Anni.
Io sono Vittoria, madre del Carabiniere Scelto Sergio Ragno, caduto nell’assolvimento del proprio dovere, cui è stato negato l’amore del proprio figlio, e l’onore del riconoscimento del servizio che stava compiendo. Ma sono determinata a far sì che, chi ha commesso un torto contro di lui, e probabilmente contro molti altri bravi Carabinieri, a qualsiasi livello si trovi nella gerarchia, ne risponda davanti alla Giustizia. Perché l’Arma rifulga nuovamente, tributando l’onore che spetta ai suoi figli migliori. E so che in questa mia battaglia, che non avrebbe dovuto neppure cominciare, e neppure esistere, non sarò sola. Non sono sola. Ho i migliori con me. Vicini. Fratelli.
Non sarò sola neppure questo Santo Natale: certo, non avrò Sergio ad abbracciarmi e a stringermi a sé, come accadeva quando rientrava a casa per le feste. Non succede più da 16 anni. Ma lo sento ugualmente vicino, E sono sicura che da lassù ci sorride. Ho però trovato l’affetto di tante brave ed oneste persone, che mi sostengono e mi aiutano. Che mi mandano messaggi e che portano in dono il loro sostegno disinteressato. Un dono prezioso, da accogliersi a mani giunte: l’Amicizia.”

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