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I compiti di Nave Caio Duilio: il cacciatorpediniere della Marina che ha abbattuto il drone in Mar Rosso.

Che la missione europea Aspides a garanzia della libertà di navigazione nel Mar Rosso non sarebbe stata una passeggiata era noto. Ieri, con il primo attacco contro una nave italiana, ne è arrivata la conferma. Il cacciatorpediniere lanciamissili Caio Duilio della Marina Militare Italiana ha abbattuto un drone lanciato dagli Houthi yemeniti. Il velivolo esplosivo è arrivato a circa 6 km dalla nave, a circa un minuto e mezzo dall’impatto, quando sono entrati in azione i cannoni a tiro rapido che lo hanno distrutto. Il cacciatorpediniere Caio Duilio della Marina Italiana partecipa alla missione dell’Unione Europea Aspides per contrastare le azioni che dallo Yemen il gruppo sciita filo iraniano degli Houthi sta compiendo contro le navi mercantili nel Mar Rosso. L’Italia ha il comando tattico della missione, ma per la prima volta ieri c’è stata un’azione di guerra concreta, non limitata alla sola vigilanza e protezione dei cargo. L’attacco al cacciatorpediniere italiano è inoltre un episodio particolarmente significativo, considerando che una nave della Marina Militare non veniva presa di mira dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Ecco cosa sappiamo sul Caio Duilio e come si è difeso dal drone lanciato dagli Houthi.

Nave Caio Duilio foto Marina Militare Italiana

Come spiegato dal Ministero della Difesa, il Cacciatorpediniere Caio Duilio è stato varato il 23 ottobre 2007 a Riva Trigoso (Genova) ed è entrato in servizio il 3 aprile del 2009, quando fu consegnato alla Marina Militare. Il suo nome è legato a quello dell’omonimo console romano che, nel 260 avanti Cristo, fece realizzare una flotta di 120 imbarcazioni con ponte mobile dotato di uncini (il corvo) in grado di agganciarsi a quelle dei nemici – nello specifico le navi cartaginesi – e permettere ai soldati di andare all’arrembaggio. Il motto della nave è il latino Nomen Numen, che può essere tradotto in “Il nome significa potenza”. Il Caio Duilio è contrassegnato dalla sigla alfanumerica D 554, il distintivo ottico utilizzato per classificare le navi sotto l’egida della NATO.

Tecnicamente la nave è un cacciatorpediniere, un tipo di natante veloce e pesantemente armato nato in origine con l’obiettivo di scortare le navi più grandi (minacciate dalle piccole torpediniere). Chiaramente il ruolo di queste navi si è evoluto nel corso del tempo e, grazie alle tecnologie di ultima generazione, possono svolgere molteplici funzioni. Il Caio Duilio è un lanciamissili “particolarmente idoneo a svolgere compiti di controllo dello spazio aereo e contrasto della minaccia aerea”, spiega il Ministero della Difesa, inoltre “è in grado di svolgere funzioni di comando e controllo”, grazie ai “numerosi apparati di comunicazione tradizionale e satellitare, tra cui il recentissimo Link22, e di un moderno sistema di supporto al comando, riconfigurabile secondo le esigenze”. La nave appartiene alla Classe Orizzonte (DDGH) assieme ad altre tre: l’italiana Andrea Doria (D 553) e le francesi Forbin (D 620) e Chevalier Paul (D 621). Si tratta di natanti nati da un progetto condiviso tra vari Paesi europei.

In base alla scheda tecnica, il Caio Duilio è lungo 152,9 metri e largo 20,3 metri, mentre la velocità massima è di 29 nodi (circa 54 chilometri orari) grazie al sistema di propulsione CODOG basato su 2 eliche basato su due Turbine a Gas (GE/Avio LM-2500+) e due motori diesel SEMT Pielstick 12PA6 B-V STC. La potenza è di circa 55.000 cavalli e l’autonomia raggiunge ben 11.300 chilometri (6.100 miglia nautiche) a una velocità di 18 nodi. Ospita un equipaggio di 195 marinai ed è in grado di far atterrare sul ponte elicotteri SH90 ed EH101.

Il fiore all’occhiello del cacciatorpediniere Caio Duilio è il sistema missilistico PAAMS (Principal Anti Air Missile System), sviluppato in collaborazione tra Italia, Francia e Regno Unito. Si tratta di un sistema progettato per contrastare minacce aeree e missilistiche, rilevate grazie ai radar multifunzione S1850M ed EMPAR (European Multifunction Phased Array Radar); il primo è in grado di seguire fino a 1000 tracce con portate superiori alle 200 miglia nautiche. Una volta intercettate le minacce, il sistema di lancio verticale VLS Sylver A-50 (sei lanciatori per 48 celle) può lanciare fino a otto siluri al secondo (bastano 150 millisecondi per lanciarne uno). Quelli in dotazione sono gli Aster 15 e gli Aster 30; i primi sono per la difesa a corto raggio (1,7 – 30 chilometri), i secondi per quella a medio raggio (oltre 100 chilometri). Poiché il drone degli Houthi è stato distrutto a 6 chilometri dal cacciatorpediniere, verosimilmente è stato abbattuto da un Aster 15.

La Caio Duilio è difesa anche da tre cannoni Oto Melara 76/62 SR (gittata fino a 9.000 metri e cadenza di fuoco da 120 colpi al minuto); due cannoni Oto Melara Oerlikon KBA 25/80 per il confronto ravvicinato con piccoli natanti e simili, in grado di sparare 550 colpi al minuto con una gittata di 2.000 metri. Chiudono il “pacchetto” la predisposizione per il lancio di otto siluri antinave Teseo Mk2/A; due lanciarazzi SCLAR-H; due lanciasiluri Eurotorp B515/1 MU90. Alla luce di tutte queste caratteristiche e la capacità di svolgere capacità di controllo e comando, non c’è da stupirsi che il cacciatorpediniere italiano sia stato scelto come nave ammiraglia per l’Operazione Eunavfor Aspides dell’Unione Europea.

Fabio Gigante

 

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