Le compagnie aeree restano in mutande a causa del Covid19
L’industria del trasporto aereo è stata duramente colpita dalla crisi del COVID-19, forse ancor di più degli eventi dell’11 settembre e della crisi finanziaria globale del 2008 messi insieme. Con conseguenze senza precedenti, molti vettori aerei hanno messo a terra le loro flotte. In questi mesi le compagnie hanno venduto e svenduto di tutto: aeromobili e biglietti aerei per nessuna destinazione; easyJet gli slot (i permessi ad atterrare e decollare ad una specifica data e orario).
La VietJet Air, vettore vietnamita, per incrementare la vendita dei biglietti presenta le hostess in un abbigliamento super sexy, scarpa rossa con tacco 12, autoreggenti rosse, cappellino e slip. Nulla è vietato. Le compagnie aeree quando si tratta di raccogliere fondi per superare la pandemia non stanno a guardare.
La British Airways, in vista delle prossime festività natalizie e per ricreare l’atmosfera dei viaggi, sta vendendo oggetti usati della cabina passeggeri. La compagnia aerea britannica è tra le prime nella storia a realizzarlo, un’opportunità per i collezionisti di mettere le mani su cimeli unici. Sul sito Web, la British ha suddiviso la merce in tre categorie: First, Club World e General.
La First, descrive “il luogo in cui la storia britannica incontra il design contemporaneo”e include i rinomati articoli in porcellana per la tavola progettate da William Edwards. Tra questi, la scelta migliore ricade sul set di tre scodelle/zuppa di antipasto, che può essere acquistato per 30 sterline. Se gli articoli di prima classe non sono sufficienti a suscitare l’interesse dei clienti, la compagnia aerea offre anche merchandising del Club World, inclusi cestini per il pane, asciugamani, vassoi da portata, i flute per lo champagne, sottobicchieri, casseruole, trapunte, pantofole e calzini. Inoltre, la sezione General vende anche oggetti da collezione, come scatole per attrezzature e griglie per forno. Per chi cerca una vera reliquia storica, i clienti possono anche acquistare i carrelli e le taniche della flotta dei B 747.
L’Antartica Flight, nel periodo tra dicembre e febbraio noleggia aerei ed equipaggi della Qantas per gite turistiche sulla calotta glaciale meridionale. La stessa compagnia aerea australiana vende gli articoli che prima venivano omaggiati ai passeggeri della 1^ Classe: circa 10.000 pigiami andati a ruba nel giro di poche ore. Con soli 25$ si possono acquistare kit contenenti: creme, bustine di tè, biscotti al cioccolato e mandorle affumicate.
L’Air North, compagnia aerea canadese in servizio da 43 anni, si è riciclata nella vendita e distribuzione dei pasti consegnati a casa. Le offerte del menu includono torta di manzo a 9,00$ ed una selezione di Cheesecake a 13,99$. I clienti possono ordinare fino a 20 pasti precotti e congelati alla volta, per essere consegnati da un rider. I pasti sono disponibili solo nei quartieri della città nord-occidentale di Whitehorse. La giapponese ANA, come altri vettori, ha venduto biglietti per voli senza destinazione su Airbus 380. I passeggeri sono stati selezionati tramite una lotteria.
Il pioniere dei viaggi low cost, AirAsia, ha avviato una piattaforma in stile Amazon per la vendita di frutta e verdura fresca. L’impresa dell’e-commerce Ourfarm di AirAsia mira a sfruttare le capacità di carico e di logistica della compagnia per creare una filiera tra gli agricoltori malesi, gli hotel, i ristoranti ed i supermercati. Il sito vende di tutto, dalle patate, al pak choi, all’ananas ed al pollo.
Per il trasporto aereo mondiale il 2020 è stato un anno nero. Un anno fa, nessuno avrebbe mai pensato che i grandi vettori nazionali ed internazionali avrebbero fatto ricorso a voli diretti al nulla e avrebbero venduto articoli che di solito si sarebbero trovati solo a bordo. Tuttavia, questo è diventato il caso in cui le compagnie aeree cercano di raccogliere fondi con qualsiasi mezzo. Ad oggi, la domanda più critica riguarda la durata della crisi alla luce delle risposte dei governi e della progressione del virus. Secondo la IATA, l’organizzazione internazionale delle compagnie aeree, “il settore aereo avrà perdite maggiori del previsto sia nel 2020 che nel 2021, a causa delle nuove restrizioni imposte dai Paesi di tutto il mondo. Per il 2020 è prevista una perdita netta di 118,5 miliardi di dollari. Strettamente correlata alla durata della crisi è la questione della rapidità e della misura in cui si riprenderà a volare”.
Si prevede che la ripresa richiederà anni e costerà ai vettori miliardi di dollari.
Fabio Gigante