Lagalla: “Un gesto che avrebbe dovuto essere d’esempio e che invece è stato punito con la morte”
Il sindaco annuncia lutto cittadino e chiede giustizia per il giovane di 21 anni colpito alla testa

Palermo si è svegliata oggi con una ferita profonda. La città piange Paolo Taormina, 21 anni, colpito alla testa da un colpo di pistola mentre cercava di sedare una rissa. L’episodio ha scosso l’intera comunità e richiamato l’attenzione sulle dinamiche di violenza giovanile nel capoluogo siciliano.
Il sindaco, Roberto Lagalla, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale:
“Palermo si è svegliata oggi con una ferita profonda. L’omicidio di Paolo Taormina, un ragazzo di 21 anni, intervenuto per tentare di sedare una rissa e colpito con un colpo di pistola alla testa, è un fatto di gravità assoluta che scuote le coscienze e chiama in causa ogni persona responsabile.
Palermo non può essere ostaggio di chi è convinto di ostentare forza, usando un’arma e, invece, è solo un vile criminale. Per questo, condanno con fermezza la brutale violenza che ha strappato la vita a un giovane che ha avuto il coraggio di agire, di non voltarsi dall’altra parte. Un gesto che avrebbe dovuto essere d’esempio e che invece è stato punito con la morte.Alla famiglia di Paolo, ai suoi amici, ai suoi cari va il mio più profondo cordoglio, unitamente a quello dell’Amministrazione comunale e dell’intera Città che si stringe a loro in questo momento di inatteso e profondo dolore.”
Il sindaco ha inoltre annunciato il lutto cittadino nella giornata delle esequie, sottolineando la fiducia nelle forze dell’ordine e negli investigatori per identificare i responsabili:
“Nell’annunciare il lutto cittadino nella giornata delle esequie, confido pienamente nel lavoro degli investigatori e delle forze dell’ordine e nei risultati che potranno eventualmente pervenire dall’osservazione dei sistemi di telesorveglianza.
Anche se nulla potrà restituire Paolo alla sua famiglia, l’auspicio, che è anche una richiesta forte da parte dell’intera comunità cittadina, è che i responsabili vengano identificati e consegnati alla giustizia nel più breve tempo possibile.
Tuttavia, non possiamo limitarci a reagire a fatti come questo con la sola indignazione o con lo sdegno del giorno dopo, né tantomeno con le polemiche artatamente e strumentalmente sollevate in queste circostanze. Non basta aumentare i controlli, così come è puntualmente avvenuto, se non ci interroghiamo sul perché un gruppo di ragazzi ritenga “normale” pestare un coetaneo e rispondere con un colpo di pistola a chi generosamente si adopera per difenderlo.
Serve un impegno corale per colmare il vuoto educativo e la solitudine morale. L’Amministrazione comunale, per quanto le compete, continuerà a produrre i propri sforzi per potenziare ulteriormente le misure di sicurezza urbana e per favorire quei processi sociali che, con il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche e del mondo del volontariato e del terzo settore, possano efficacemente incidere sull’educazione alla legalità e sul recupero degli spazi pubblici come luoghi di incontro e non di violenza.”
Non ci sono giustificazioni: un ragazzo che cerca di difendere un coetaneo non può essere ucciso per mano di delinquenti. Palermo deve alzare la voce contro l’impunità e non lasciare spazio a chi trasforma la violenza in spettacolo.






