La Ryanair non imbarca donna siciliana con ventilatore polmonare

La compagnia: “solo un equivoco”.

Lieto fine per la storia della dottoranda disabile Paola Tricomi, a cui Ryanair aveva negato un volo da Catania a Pisa (dove dovrebbe discutere la tesi di dottorato). Motivo del diniego del volo, come denunciato sui social dalla ragazza, il fatto che la compagnia irlandese non la facesse volare con il ventilatore polmonare acceso. “È una discriminazione” aveva scritto su Facebook la giovane. Dopo che il caso è diventato virale sui social e sulla stampa, Ryanair ha contattato la ragazza, spiegando che si è trattato di un disguido dovuto ad un’errata interpretazione del modello dell’attrezzatura che era stato inizialmente ritenuto ammesso a bordo. Paola potrà dunque salire a bordo e il suo biglietto per fine giugno è confermato.

Ventilatore polmonare portatile foto ANSA

“Finalmente Ryanair si è degnata di telefonare con un operatore italiano il quale ha detto che potrò volare senza problemi e che c’è stato un equivoco perché il ventilatore polmonare può volare senza alcuna difficoltà. Sento di dover ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuto in questa battaglia. Purtroppo è triste che bisogna ancora combattere per un semplice diritto come quello di respirare”.  Sul caso si era interessata anche Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) che, di comune accordo col Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili aveva individuato una soluzione per consentire alla ragazza di arrivare a Pisa, mettendo a disposizione un aereo da Catania a Firenze e poi un’auto alla Normale. “Profondo sconcerto e piena solidarietà e vicinanza a Paola” è poi stata espressa dal direttore della Scuola Normale Superiore, Luigi Ambrosio.

Fabio Gigante

 

 

 

 

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