La crisi che uccide


Con l’uomo morto nelle manifestazioni di Atene, cresce ancora il numero delle persone che potremmo definire “vittime della crisi”.
Schiacciati dai problemi economici, dalla sfiducia nel futuro o chi, nel caso del manifestante greco, accusa un infarto nelle proteste contro i tagli in Grecia. Proprio negli ultimi periodi Atene ha visto scene di vera e propria guerriglia.
Difficilmente si ricordano giorni tranquilli. Così come a Madrid, città natale degli Indignados, il movimento contro il sistema politico ed economico ormai diffuso in tutto il mondo.
In Italia, oltre a cortei più o meno pacifici, c’è chi si suicida a causa della situazione economica. Imprenditori, lavoratori i cui debiti e cartelle esattoriali rendono la vita insopportabile arrivando al punto di togliersela. Coldiretti calcola che dall’inizio del 2012 centodieci persone si sono suicidate a causa dei problemi economici.
Ieri un altro gesto di protesta di un ennesimo disperato: un uomo si è dato fuoco davanti al Quirinale. Rumeno, cinquantacinque anni e con figli, da poco era rimasto senza lavoro. Per fortuna non è in pericolo di vita.
Così mentre si continua a parlare di spread e debito pubblico, la tensione sociale aumenta così come la sfiducia nella politica. Intanto anche in Italia c’è chi parla di rivolta contro il sistema.
Matteo Melani