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Tra un mese alle urne per i referendum abrogativi

Previsto l'election day con le amministrative in un migliaio di comuni

Manca esattamente un mese alle elezioni amministrative a palermo ed in altri comuni  italiani. Le votazioni si terranno domenica 12 giugno dalle 7,00 alle 23,00 in una sola giornata. In questo clima infuocato dallo scenario politico locale e non solo, poco si parla dei referendum. Insieme alle amministrative si voterà infatti per 5 diversi quesiti referendari sulla giustizia  ammessi dalla Corte Costituzionale: l’incandidabilità, la custodia cautelare, la separazione delle carriere dei magistrati, consigli giudiziari  e l’elezione del Consiglio superiore della magistratura.

Tre di questi cinque quesiti (quelli inerenti a consigli giudiziari, correnti del Csm e separazione delle funzioni) potrebbero essere annullati se prima della data delle elezioni venisse approvata definitivamente dal Parlamento la riforma “Cartabia”, che interviene sulle stesse questioni.

Si tratta di referendum abrogativi sul tema della giustizia, ecco cosa cambia tracciando una X sul Sì:

  1. Incandidabilità dopo la condanna – il primo quesito del referendum chiede di abrogare la parte della Legge Severino che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi;

Se vincerà il sì al referendum  i concetti di incandidabilità e decadenza verranno abrogati e anche ai condannati in via definitiva verrà concesso di candidarsi o di continuare il proprio mandato. Eventuali divieti di ricoprire cariche torneranno a essere decisi dal giudice, chiamato a decidere caso per caso, come è avvenuto fino al 2012;

  1. Custodia cautelare durante le indagini– il secondo dei cinque quesiti del referendum 2022 chiede di togliere la “reiterazione del reato” dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo;

Se vincerà il sì al referendum non varrà più  la possibile reiterazione del reato. L’obiettivo dei promotori è ridurre il rischio che vengano detenute persone che poi, al termine del processo o dei processi, risultino innocenti.

  1. Separazione delle carriere– Questo terzo quesito chiede lo stop delle cosiddette “porte girevoli”, impedendo al magistrato durante la sua carriera di passare dal ruolo di giudice (che appunto giudica in un procedimento) a quello di pubblico ministero (coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria) e viceversa;

Se al referendum vinceranno i sì il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera se vuole essere pubblico ministero o giudice.

  1. Valutazione degli avvocati sui magistrati– il quesito chiede che gli avvocati, parte di Consigli giudiziari, possano votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità;

Se al referendum vinceranno i sì anche avvocati e professori parteciperanno attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati: finora ne sono stati esclusi.

  1. Riforma Csm– si chiede che non ci sia più l’obbligo di un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura;

Se al referendum vinceranno i sì, si favorirebbero  secondo i promotori le qualità professionali del candidato invece del suo orientamento politico. Si tornerebbe infatti alla legge del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando semplicemente la propria candidatura.

Caterina Guercio

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