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Insufficienza respiratoria negli over 65: mortalità cinque volte più alta. L’allarme dal Congresso SIGOT

Il 39° Congresso della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio accende i riflettori sull’urgenza di nuovi modelli assistenziali, tecnologie avanzate e valutazioni multidimensionali

Modena, 10 giugno 2025 – L’insufficienza respiratoria acuta è una delle principali minacce per gli anziani ricoverati in Geriatria. Lo rivela un nuovo studio condotto dalla Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT) sull’esperienza dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, estensione dell’analisi avviata all’Azienda Ospedaliera di Cosenza. I dati, presentati in occasione del 39° Congresso nazionale SIGOT svoltosi a Modena, sono allarmanti: il 45% degli over 65 ricoverati dal Pronto Soccorso presenta insufficienza respiratoria, con un tasso di mortalità che raggiunge il 25%, rispetto al 5-6% di chi non ne è affetto.

Una sindrome subdola ma letale, spesso conseguenza di condizioni croniche o acute – come sepsi, BPCO, ictus o scompenso cardiaco – che compromette gravemente la prognosi. “L’insufficienza respiratoria ha un forte valore predittivo della mortalità – spiega il Prof. Filippo Fimognari, Direttore Scientifico SIGOT – e va affrontata con tempestività tramite ossigenoterapia e ventilazione non invasiva. Serve potenziare gli ospedali e ridurre le attese in Pronto Soccorso”.

Il congresso ha evidenziato anche come le malattie cardiovascolari, in particolare lo scompenso cardiaco, rappresentino la prima causa di insufficienza respiratoria negli anziani. “La fibrillazione atriale è raddoppiata in vent’anni – ha detto il Prof. Francesco Vetta – e colpisce oltre il 15% degli over 75. A fronte di un paziente su tre che rientra in ospedale entro un mese dalla dimissione, urge un cambio di passo con tecnologie avanzate come il pacing fisiologico”.

La stimolazione fisiologica del cuore – che segue il percorso naturale dell’impulso elettrico – riduce complicanze, infezioni e migliora la qualità della vita rispetto ai pacemaker tradizionali. Vetta ha sottolineato anche l’importanza della telemedicina e dei dispositivi indossabili, in grado di monitorare e prevenire in tempo reale le riacutizzazioni.

Al centro del dibattito anche la Valutazione Multidimensionale (VMD), strumento essenziale per il geriatra, come spiegato dal Dott. Alberto Cella, Segretario SIGOT: “La VMD permette di comprendere a fondo la condizione dell’anziano, non solo dal punto di vista clinico, ma anche funzionale, cognitivo e sociale”. La SIGOT, in collaborazione con l’ISS e SIMG, ha recentemente pubblicato nuove Linee Guida e partecipa al tavolo tecnico nazionale per definire criteri standardizzati previsti dalla recente riforma dell’assistenza.

Il congresso ha riunito a Modena oltre 500 specialisti, configurandosi come un crocevia per affrontare le sfide dell’invecchiamento. Presieduto dal Prof. Lorenzo Palleschi, dal Prof. Francesco Vetta e dal Dott. Andrea Fabbo, l’appuntamento ha ospitato anche il 18° Congresso di Cardiogeriatria, rafforzando il dialogo tra discipline mediche e sociali in un Paese dove il 23% della popolazione ha più di 65 anni.

Una sanità realmente pronta all’invecchiamento – è emerso – deve dotarsi di strumenti adeguati, posti letto dedicati, interventi predittivi e un approccio clinico centrato sulla persona. La geriatria, ancora una volta, si conferma disciplina chiave del futuro.

Alberto Cella
Alberto Cella, Segretario del Direttivo SIGOT
Francesco Vetta
Francesco Vetta, Direttore UOC Cardiologia UTIC Ospedale di Avezzano e Professore di Cardiologia Unicamillus
Filippo Fimognari, Direttore Scientifico SIGOT
Filippo Fimognari, Direttore Scientifico SIGOT

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