Imprenditori e cittadini: tra rating bancario e scarsa politica è un vero inferno italiano


(di Francesco Panasci) Non è un allarme ne tantomeno un avviso.
E’ la realta quotidiana di un Paese che non cresce. Anzi è peggio. Un paese che non trova la sua “normalità”.
Imprese che non producono più e cittadini sempre più poveri, tanto poveri, che pur di risparmiare evitano pure di curarsi.
Si perchè curare la propria salute ha un costo. Un costo talmente alto che la stessa nostra vita non è più prioritaria.
Potremmo dire che vivere non è cosa da tutti ?
Si, possiamo affermarlo certamente. Il 60% del popolo italiano non riesce a pagare le visite mediche ne le cure, e ancor peggio comprare medicine. Stiamo ancora, dopo quasi 5 anni, subendo una crisi economica interminabile cha ha strappato tutto quello che c’era da strappare ai “comuni” cittadini e imprenditori.
I “comuni” (da non confondere con le istituzioni) sono quelli che non avendo “santi in paradiso” a nessuno possono rivolgere preghiera o accendere candele e quindi sperare nel proprio miracolo.
Molti di questi “santi” hanno perso il dono del “miracolare” e accade che gli stessi Santi si rivolgono ad altri Santi e Santoni per la preghiera congiunta al fine di miracolarsi a vicenda.
Certo è che un tempo i miracoli si avveravano con poco sforzo e in diversi modi…bastava un santino per stare discretamente bene.
Oggi invece se volete investire su un “buon santo” il rischio c’è, eccome! O”Nun è Santu ca sura” o non è più Santo.
Manco se rivolgete una preghiera a SantoCrocetta venerabile presidente della Regione Metropolitana Siciliana S.P.A. potrà risolvere i problemi dei “comuni” e nemmeno degli “speciali”.
Insomma, pur provando a sperare (c’è poco) in un cambio di passo, di rotta o di botta di culo, ci accorgeremo che la stessa speranza non è più auspicabile.
Gli imprenditori invece lavorano ma non producono. Le loro interminabili giornate sono trascorse a contrastare la crisi senza fare impresa, ma cercando di risolvere i molteplici problemi che i governi, con lo Stato a capo, ti arrecano attraverso tasse, fisco, lavoro, adempimenti, burocrazia, mancati pagamenti, banche, fornitori, durc, dipendenti, mutui, rating, basilee varie e affini.
Questi sono i temi che gli imprenditori trattano o tentano di trattare e risolvere nelle prime 9/10 ore della loro giornata. Come e quando può dedicarsi alla produzione e alla pianificazione di strategie e piani di azione per far vivere l’azienda? Certo che dopo avere dedicato dieci ore della loro giornata lavorativa alle infinite “camurrie” imposte dal “sistema” oppressivo e depressivo produttivo, nulla rimane per fare impresa.
Questi sono i veri problemi del nostro Paese. Tutti motivi causati dal nostro sistema nocivo e non produttivo nazionale, regionale e locale e prodotte da malapolitica, malamministrazione, malaburocrazia, malosistemafiscale, malasistemalavoro, malabanca, malantimafia e malafamia.
Si è scatenata quindi rabbia e depressione e malessere tra società civile e pubblica e nellle case e in famiglia. Valori, educazione e sorriso vengono a mancare. Manca tutto. Il Paese è malato, e, se non si corre ai ripari, i figli di questa terra saranno i testimoni che racconteranno: “l’Italia ha UCCISO mio padre”