Ilaria Salis e la proposta choc: abolire il carcere è davvero possibile?

L'europarlamentare paragona il sistema carcerario alla schiavitù, scatenando polemiche e interrogativi sulla sicurezza pubblica.

Ilaria Salis, attivista italiana recentemente eletta al Parlamento Europeo, ha scatenato un acceso dibattito con le sue dichiarazioni radicali sulla giustizia. Tra le sue proposte più controverse, spicca l’idea di abolire il carcere, paragonandolo alla schiavitù.

13 Febbrario 2025

di Francesco Panasci

Il pensiero radicale di Ilaria Salis: abolire il carcere?

L’europarlamentare Ilaria Salis, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, ha recentemente sollevato un acceso dibattito proponendo l’abolizione del carcere, paragonandolo alla schiavitù. Questa posizione ha suscitato reazioni contrastanti tra l’opinione pubblica italiana.

Il carcere: istituzione necessaria o superata?

Il sistema carcerario è storicamente concepito per punire, riabilitare e proteggere la società da individui che commettono reati gravi. Sebbene presenti criticità come il sovraffollamento e condizioni spesso disumane, molti ritengono che l’eliminazione totale del carcere senza alternative concrete possa compromettere la sicurezza pubblica. Secondo La Nuova Bussola Quotidiana, il carcere svolge una funzione retributiva, deterrente e rieducativa, fondamentali per il mantenimento dell’ordine sociale.

Le proposte di Ilaria Salis

Durante una visita al carcere di San Vittore, Salis ha dichiarato: “Io però credo che si debba andare verso una società che superi il carcere…”. Ha sottolineato l’importanza di affrontare le cause profonde dei reati, promuovendo la giustizia riparativa e interventi strutturali sulle questioni sociali e politiche. Tuttavia, come evidenziato da Il Giornale, tali proposte sono state criticate per la loro natura utopica e per la mancanza di soluzioni pratiche immediate.

Reazioni dell’opinione pubblica

Le dichiarazioni di Salis hanno generato un’ondata di critiche sui social media e nei commenti pubblici. Molti italiani esprimono preoccupazione riguardo alla possibilità di vedere liberi individui colpevoli di reati gravi come omicidi, stupri o associazioni mafiose. Alcuni ritengono che tali posizioni siano espressione di un “politicamente corretto” estremo, distante dalle reali esigenze di sicurezza della comunità.

Il contesto politico e mediatico

La partecipazione di Salis a programmi televisivi, come quello condotto da Fabio Fazio, ha amplificato la diffusione delle sue idee. Tuttavia, questa esposizione mediatica ha sollevato interrogativi sulla strumentalizzazione politica delle sue proposte e sulla loro effettiva praticabilità. Come riportato da Il Tempo, le sue posizioni sono state definite da alcuni come “ideologiche” e distanti dalla realtà.

La proposta di abolire il carcere solleva questioni complesse riguardanti la giustizia, la sicurezza e la riabilitazione. Sebbene sia fondamentale discutere e migliorare il sistema penitenziario, l’eliminazione totale delle carceri senza alternative concrete potrebbe comportare rischi significativi per la società.

Domanda finale

Chi spiegherà alle vittime di violenza, stupri, aggressioni e altri crimini che i colpevoli non sconteranno la loro pena e non andranno in carcere? Quale frustrazione proverebbero coloro che hanno subito danni fisici e morali nel vedere che la giustizia non prevede più una punizione adeguata per chi ha distrutto vite e famiglie?

Alla luce delle sue proposte, chiediamo a Ilaria Salis se sarebbe disposta, come test, ad accogliere nella propria abitazione ex detenuti scelti a caso, dimostrando così la fattibilità delle sue idee in un contesto reale.

E già che ci siamo, sarebbe disposta a ospitare nella sua casa anche occupanti abusivi, in linea con la sua altra dichiarazione in cui ha incitato a occupare le abitazioni vuote?

La reazione degli italiani sui social ai post pubblicati dalla fortunata europarlamentare parla da sé. Evitiamo di riportare le frasi, ma il dato di fatto è che Ilaria Salis ha scatenato l’indignazione della quasi totalità degli italiani.

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