Il suono che ci tiene vivi. La mia giornata della musica
La musica come terapia, identità e impresa. Riflessione personale in occasione del 21 giugno

La musica è vita. E oggi glielo dobbiamo ricordare
21 giugno, Giornata della Musica. Un invito a risuonare insieme, senza filtri
di Francesco Panasci
Oggi, 21 giugno, non celebriamo solo il solstizio d’estate. Celebriamo ciò che dà ritmo al mondo: la musica. La sua Giornata Mondiale non può essere un appuntamento secondario. Va onorata, promossa, raccontata. Perché la musica non è un semplice accompagnamento dell’esistenza. È linguaggio, è cura, è energia.
La musica è un motore dell’economia e del turismo
La musica muove industrie, genera lavoro, produce valore. In Italia – e nel mondo – interi settori dipendono dalla sua vitalità: festival, concerti, teatri, scuole, produzione discografica, turismo culturale. Ogni evento musicale è anche promozione del territorio, è marketing emozionale, è attrattività. Basta pensare a quanto vale oggi un festival ben fatto in termini di presenze, indotto, visibilità. La musica è anche impresa.
Un patrimonio culturale che ci rappresenta
Ma prima ancora, la musica è cultura viva. Racconta i popoli, li collega, li salva dall’oblio. In Sicilia, questo è verissimo: abbiamo dato i natali a musicisti straordinari che hanno portato il suono dell’isola nel mondo, da Vincenzo Bellini a Franco Battiato, da Eliodoro Sollima, Salvatore Sciarrino a Mario Modestini (in foto) senza dimenticare le centinaia di maestri, bandisti, orchestrali che, nel silenzio delle province, hanno fatto grande la nostra memoria sonora.
Conservatorio, Teatro Massimo, Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana e Brass Group
La Sicilia ritrova nella sua musica le radici e l’orizzonte. Il Conservatorio di Musica Alessandro Scarlatti di Palermo — fondato nel 1618 — rappresenta oggi una prestigiosa fucina di talenti. Grazie al buon lavoro del Presidente Giovanni Angileri e del Direttore Mauro Visconti, l’istituto rinsalda la sua missione educativa e culturale.
Accanto, il Teatro Massimo vive un nuovo slancio sotto la guida del Sovrintendente Marco Betta, compositore che ha saputo rendere il grande tempio lirico palermitano un motore di produzione culturale e accessibilità.
Completa il quadro la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, oggi affidata al Commissario straordinario Margherita Rizza, che ha il compito di consolidare la programmazione sinfonica e il ruolo sociale dell’ente.
Un ruolo fondamentale è svolto anche dalla Fondazione The Brass Group, sotto la direzione del Maestro Ignazio Garsia, storico promotore del jazz in Sicilia e fondatore della Sicilia Jazz Orchestra. Il Brass è punto di riferimento per la didattica jazzistica e la produzione concertistica internazionale e la sua orchestra quasi stabile che desideriamo diventi stabile.
Queste quattro realtà — formazione, lirica, sinfonica e jazz — non sono solo presìdi di eccellenza, ma autentici pilastri culturali della nostra identità musicale. Rappresentano una Sicilia che non si limita a conservare, ma che innova, educa, produce e trasmette valore. Sostenere queste istituzioni significa credere in una società più colta, più libera e più consapevole.
Panastudio: da 26 anni, cultura e musica tra editoria e produzione
In questo contesto di fermento culturale, un ruolo attivo e continuativo lo svolge anche la mia Panastudio, casa editrice e discografica che da oltre 26 anni opera nel mondo della cultura, della comunicazione e della produzione musicale. Fondata con una visione integrata tra media, arti e formazione, Panastudio ha promosso centinaia di progetti editoriali, dischi, eventi e format audiovisivi, diventando punto di riferimento per artisti, istituzioni e territori.
Con una forte radice siciliana ma con uno sguardo nazionale ed europeo, Panastudio ha sempre creduto che la musica non sia solo un prodotto, ma un atto culturale e sociale. Dalle pubblicazioni musicali alla produzione discografica, dalle direzioni artistiche ai festival, fino ai progetti formativi e ai format televisivi, ogni iniziativa è stata pensata come un modo per generare valore, bellezza e visione.
Nel solco di questa lunga esperienza, anche la Giornata della Cultura e della Musica che si celebra oggi e il prossimo Festival Ecclesía si inseriscono in un percorso coerente e appassionato. Perché fare cultura — oggi più che mai — è una scelta di campo.
La mia giornata della musica: un messaggio personale
Questa mattina, anche io ho voluto aprire una giornata dedicata alla musica. Un appuntamento semplice, umano, pieno di significato. Perché non si tratta solo di celebrare: si tratta di trasmettere un messaggio, condividere un’emozione, creare connessioni. Ho sempre considerato la musica la mia leva sociale: è stata il mio primo rifugio e la mia prima bandiera. È stata (ed è) terapia, parola, battito, senso profondo delle cose.
Un unico respiro: dalla Giornata della Musica al Festival Ekklesía
In questa visione ampia, la nostra Giornata della Cultura e della Musica si unifica idealmente e concretamente al Festival Ekklesía, che prenderà il via il prossimo 4 luglio e ci accompagnerà fino al 25 luglio. Un percorso multidisciplinare che intreccia musica, arte, parola e bellezza, ma soprattutto un’occasione per valorizzare i nostri siti culturali, per farli rivivere attraverso eventi, concerti, presentazioni di libri e momenti di vera aggregazione umana e culturale.
Il Festival Ekklesía non è solo un calendario di appuntamenti: è una dichiarazione d’intenti. È il modo con cui scegliamo di proseguire la Giornata della Musica dentro un progetto più ampio, dove la cultura non è mai sola, ma accompagna e include. Dove la musica è protagonista, ma dialoga con tutte le altre forme espressive. Dove la Sicilia, la sua identità e i suoi talenti, tornano al centro.
Una riflessione
Se vogliamo una società più giusta, più viva, più capace di comunicare, dobbiamo sostenere la musica ovunque essa nasca: nelle scuole, nei quartieri, nei teatri e nelle strade. Non serve solo applauso: serve visione. Serve decidere che la musica non è un lusso, ma un diritto culturale e un bisogno umano.
Buona Giornata della Musica a chi sa ascoltare. E a chi, ogni giorno, si mette in gioco con una nota, un gesto, una voce. Perché il mondo, senza musica, sarebbe un errore.