Il saluto a Papa Francesco: un uomo, un simbolo, una rivoluzione
Dal silenzio di San Pietro alla voce dei bambini: il pontefice che ha lasciato un segno nella storia della Chiesa

Papa Francesco, l’ultimo saluto: la mano tesa dell’umanità
Con lui se ne va un pontefice rivoluzionario, capace di essere voce dei piccoli e coscienza del mondo
Papa Francesco oggi ci ha lasciato. È salito alla casa del Padre così come ha vissuto: in silenzio, a passi lenti, con lo sguardo rivolto ai più fragili. A Roma e nel mondo si spegne una voce che ha avuto il coraggio di farsi scomoda, un pontefice che ha cambiato il linguaggio della Chiesa, spezzando formalismi e aprendo cuori. Quella pioggia che bagnava la Piazza San Pietro deserta nel marzo del 2020, durante la pandemia, resta l’icona della sua missione: un uomo solo, eppure con tutti.
Francesco ha incarnato l’essenza della Chiesa come ospedale da campo. Ad Auschwitz, ad Amatrice, a Lampedusa, la sua presenza non era una visita, ma un abbraccio. Ha lavato i piedi ai detenuti, ha fatto salire sul palco i bambini che sfuggivano ai genitori, ha risposto alle domande più scomode con la tenerezza di un nonno: “Come si fa la pace?” – “Con una mano tesa”. E poi ancora: “Se una persona cerca Dio, chi sono io per giudicarla?”. Il suo pontificato è stato una rivoluzione fatta di gesti semplici e parole forti.
Con un linguaggio diretto, privo di formalismi, ha saputo parlare a credenti e non credenti, diventando il primo Papa pienamente dentro l’era social, sempre pronto a un selfie, a un sorriso, a una battuta. Eppure mai superficiale. Dietro l’ironia, la profondità di chi crede che l’umiltà sia la forma più alta della grandezza.
Nemico della mondanità e dei pettegolezzi – “arma che ferisce più di un coltello” – Papa Francesco ha combattuto le battaglie interne alla Curia con fermezza e silenzio. È stato attaccato, screditato, persino accusato di essere “eretico”, “massone”, “comunista”. Lo hanno definito un Papa illegittimo, colpevole – per alcuni – di aver portato nella Chiesa troppi uomini considerati progressisti. Anche per questo ha subito le critiche più feroci da parte di una certa area tradizionalista ecclesiale, che non ha mai accettato i suoi modi e la sua apertura verso i migranti attraverso le ong.
Non ha mai risposto direttamente a queste accuse. Ha lasciato che parlassero i suoi gesti. Come i finanziamenti alle ONG impegnate nel salvataggio di vite nel Mediterraneo, o le parole spese per ribadire che “la politica è una cosa nobile, se fatta per far crescere un Paese, non per fare bene a se stessi”. Anche in questo è stato un Papa scomodo: ha ricordato ai potenti il senso del loro ruolo e ha chiesto ai cristiani di non essere tiepidi. “Testimoniamo Gesù oppure spargiamo critiche?”, diceva spesso.
Papa Francesco fu tra i pochi a intuire – con anni di anticipo – che il mondo si stava avvicinando a un nuovo tempo di guerra. Ne parlava come di una “terza guerra mondiale a pezzi”, quando ancora in molti lo accusavano di allarmismo. Aveva compreso i segnali, li aveva denunciati con forza, ma non fu ascoltato. Morirà con un rimpianto profondo: quello di non essere riuscito a parlare direttamente con Vladimir Putin, nonostante gli appelli e i tentativi di mediazione. “Avrei voluto incontrarlo, avrei voluto dirgli di fermarsi, ma non ci sono riuscito”, confessò con amarezza. Quella porta rimasta chiusa, in fondo, pesava sul suo cuore più di ogni accusa.
La sua tenerezza verso i bambini resta una delle immagini più dolci del suo pontificato. Bambini che sfuggivano ai genitori per raggiungerlo sul palco, che gli stringevano le mani o che gli chiedevano: “Ma tu sei un supereroe?”. “No, sono una persona normale come te”, rispondeva. Perché Francesco ha saputo rendere sacro il quotidiano. Ha fatto del suo pontificato un viaggio tra gli ultimi, senza mai cedere al rancore, senza mai smettere di sorridere.
Oggi ci lascia un uomo, ma resta vivo il suo esempio. Perché Papa Francesco non ha governato, ha testimoniato. Non ha guidato solo la Chiesa, ha scosso il mondo.
Papa Francesco ci ha lasciati. Addio al pontefice della mano tesa, del silenzio e della tenerezza. Un uomo che ha cambiato la Chiesa con l’esempio. Il nostro tributo su Il Moderatore.







