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Gelarda-Luparello: “comune di Palermo impreparato riaperture.

Si permettano autocertificazioni e task force per suolo pubblico o sarà caos”

Si permettano autocertificazioni e task force per suolo pubblico o sarà caos”

“Le riaperture delle attività di ristorazione previste dal nuovo decreto di Draghi rischiano di fare un flop a Palermo”. A dichiararlo è il capogruppo della Lega a Palermo Igor Gelarda, insieme alla responsabile Lega giovani Elisabetta Luparello. “Ci saranno moltissime attività di ristorazione e bar che chiederanno nuove concessioni o rinnovi di suolo pubblico, per cercare di affrontare al meglio questi 5 mesi, di primavera ed estate, dopo il buio e lungo periodo delle chiusure. Ma a Palermo, dove già l’anno scorso per ottenere le autorizzazioni dallo sportello attività produttive ci sono stati grandi ritardi, si rischiano tempi lunghi o lunghissimi. Gli operatori che si occupano di nuove concessioni e di rinnovo del suolo pubblico al Suap sono infatti rimasti solo 5, a fronte di migliaia di richieste e con centinaia di pratiche arretrate”. Continuano Gelarda e Luparello: “A queste pratiche si sommeranno quelle che verranno presentate da qui a breve, con le riaperture di Draghi, che prevede consumazioni solo all’aperto .
Noi abbiamo proposto due cose assolutamente necessarie. Da un lato che per ottenere le concessioni di suolo pubblico si possa ricorrere ad una semplice autocertificazione o ad una perizia asseverata da parte degli interessati per abbattere i tempi. D’altra parte, però, per quei casi piu particolari, dove le semplici perizie potrebbero non bastare e anche per gestire i rinnovi, chiediamo al sindaco di creare una task Force specifica, composta da personale dello sportello unico delle attività produttive e dal personale dell’ufficio traffico, per agevolare al massimo le operazioni. Chiaramente con l’invio di nuovo personale al Suap per agevolare le operazioni. Resta comunque da risolvere la concessione di suolo pubblico sulle strisce blu, attualmente bloccata per una querelle tra Amat e comune.
Non possiamo rischiare che i ristoratori perdano settimane o mesi di tempo prima di ricominciare a lavorare. Un ritardo che questa categoria martoriata non si può permettere. concludono Gelarda e Luparello.”

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