Il lato oscuro del proprio essere è il fenomeno di questo tempo
Il caso Sgarbi va oltre il caso. È un fenomeno estremo che riguarda chi è sovraesposto
Quel nemico che è dentro noi. È invisibile, pronto a colpirti.
Vittorio Sgarbi e il lato oscuro del proprio essere. Il dolore, la stanchezza, la fragilità. Ma anche il monito per chi crede di essere invincibile.
29 marzo 2025 – Depressione, vulnerabilità, resa. Parole che raramente si associano a personaggi pubblici in prima linea. Ma sono proprio queste le parole che oggi ruotano attorno a Vittorio Sgarbi, critico d’arte e figura mediatica controversa, oggi ricoverato al Policlinico Gemelli. E se la sua condizione racconta un crollo personale, parla anche a tutti noi.
Il fatto che è anche un monito
Sgarbi ha dichiarato pubblicamente di trovarsi in uno stato di profonda depressione reattiva. Una “malinconia morale e fisica che non posso evitare”, ha detto. Parole che pesano, specie se pronunciate da chi ha sempre incarnato un’energia inarrestabile. Non è un malessere passeggero, ma uno smottamento dell’anima che rompe la corazza del personaggio pubblico e ci restituisce l’uomo. Quello vero.
La depressione non fa distinzioni. Colpisce chiunque, anche chi è abituato a dominare la scena. E quando arriva, costringe a fare i conti con sé stessi. Con il proprio silenzio. Con il buio. È in questi momenti che il successo non basta, che la notorietà non salva. E che il vero nemico esce allo scoperto: noi stessi.
Un riflesso sociale e politico
Il caso Sgarbi non è isolato. È il riflesso di un malessere più grande che riguarda chiunque viva una condizione di sovraesposizione, soprattutto nel mondo politico. Oggi si è potenti, domani dimenticati. La cronaca è piena di ex leader, ex ministri, ex “grandi”. Alcuni si sono ritrovati soli, altri sono stati travolti da scandali o semplicemente silenziati da quel sistema che avevano contribuito a costruire.
Il potere politico non è eterno, e non è un’eredità. Come arriva, può andare via. E quando accade, lascia spesso un retrogusto amaro. Una solitudine che pesa, soprattutto quando non ci si è preparati ad affrontarla. Perché il potere è un amplificatore: esalta l’ego, ma amplifica anche il vuoto.
Un messaggio che riguarda tutti
Quello che sta vivendo Sgarbi è un monito potente. Per chi lavora nei media, nell’arte, nella musica, nella cooperazione, nella politica. Tutti coloro che si muovono in spazi pubblici, che parlano, che rappresentano. Nessun ruolo sociale è eterno. Nessuna gloria è garantita. E il rischio più grande non è il fallimento, ma l’illusione di essere invincibili.
“Nessuno può salvarti, se non vuoi essere salvato.” È questo che oggi possiamo dire a Vittorio, da amici. Non con retorica, ma con rispetto. La battaglia che sta vivendo è personale. Intima. Ma può insegnare molto a chi osserva da fuori. Il nemico più insidioso non è quello che ci attacca, ma quello che ci abita.
Caro Sgarbi, torna a essere te stesso. Perché solo tu puoi farlo. E noi, da lontano, ti siamo accanto. Con affetto. Con stima. Con umanità.







