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Il 23 maggio e l’eredità di giustizia: Caterina Chinnici ricorda Falcone, Borsellino e il padre Rocco

Nel giorno della strage di Capaci, l’eurodeputata rievoca il legame personale con i magistrati uccisi e rinnova l’impegno per una cultura della legalità che superi ogni confine

Palermo, 23 maggio 2025 – La memoria si fa voce, impegno e testimonianza viva nel ricordo di Caterina Chinnici. In occasione del 33° anniversario della strage di Capaci, l’europarlamentare e figlia del giudice Rocco Chinnici ha affidato ai cittadini un messaggio intenso, che intreccia la storia pubblica con il dolore privato, l’impegno civile con il ricordo personale.

“Il 23 maggio è una ferita che non si rimargina – afferma Chinnici – ma è anche la forza di un ricordo che continua a camminare sulle gambe di chi non ha mai smesso di credere nella giustizia.” Un giorno che per lei ha un valore ancora più profondo, segnato dalla memoria del padre, primo magistrato a intuire l’importanza del lavoro di squadra nella lotta alla mafia, e tragicamente assassinato nel 1983.

Nel suo intervento, Chinnici rievoca anche il rapporto umano con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, “più che colleghi, amici di famiglia, persone normali, capaci di sorridere anche nei momenti più difficili.” Un legame affettivo che si trasforma in guida morale e responsabilità quotidiana.

Oggi, dal Parlamento Europeo, la figlia di Rocco Chinnici prosegue quella battaglia: “Mi batto per rafforzare gli strumenti comuni nella lotta alla criminalità organizzata, per tutelare le vittime e promuovere una cultura della legalità senza confini.”

L’eredità dei giudici uccisi dalla mafia non è soltanto un ricordo da custodire, ma un seme da far germogliare in ogni angolo d’Europa. Un’eredità che – conclude Chinnici – “deve parlare a tutte le generazioni, perché la memoria sia davvero seme di giustizia.”

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