I nostri risparmi sono al sicuro? Il Bail-in cos’è?
In sintesi, a pagare le conseguenze di una crisi bancaria saranno prima di tutto i possessori delle azioni dell’istituto in dissesto, seguiti a ruota dai titolari delle obbligazioni e da ha un conto corrente o un conto di deposito, ma solo per la parte di giacenze sopra i 100mila euro.

Dal 1° gennaio 2016, come noto, ma non tutti sanno, l’eventuale crisi di una banca viene risolta con il meccanismo detto “bail-in”: il salvataggio dell’istituto di credito in caso di crisi, cioè, non avverrà più con soldi pubblici dello Stato e/o delle banche centrali, bensì attraverso la riduzione del valore delle azioni e di alcuni crediti (come quelli dei correntisti che abbiano depositato più di 100mila euro) o la loro conversione in azioni, per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in misura sufficiente a risolvere la crisi e a mantenere la fiducia del mercato.
In sintesi, a pagare le conseguenze di una crisi bancaria saranno prima di tutto i possessori delle azioni dell’istituto in dissesto, seguiti a ruota dai titolari delle obbligazioni e da ha un conto corrente o un conto di deposito, ma solo per la parte di giacenze sopra i 100mila euro.
Il “bail-in”, cioè il salvataggio di una singola banca a spese dei titolari depositi in conto corrente e degli obbligazionisti appare decisamente antigiuridico, perché contrario a qualsiasi principio di diritto, ed in netto contrasto con l’articolo 47 della Costituzione, secondo il quale “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”.
Pertanto occhi alla solidità della Banca ed attenzione a diversificare investendo in più istituti rispettando anzitutto il limite dei 100mila euro.
Ma per sapere bene a chi affidare i propri risparmi, un primo importante parametro è rappresentato dagli stress test dell’Eba, l’Autorità dell’Unione europea che vigilia sul mercato bancario europeo, che hanno premiato in particolare Intesa SanPaolo, Unicredit, Ubi e Banco-Bpm.
Comunque il criterio più affidabile per valutare la solidità o l’inaffidabilità di un istituto di credito resta il Cet1 (Common Equity Tier 1). Secondo i parametri della Bce, il minimo ammesso è un rapporto dell’8,625%. Dall’ultimo stress test Eba, condotto sugli istituti direttamente sottoposti alla sorveglianza della Bce, emergono i seguenti dati:
Fineco Bank 20,46%,
Mediolanum 20,2%,
Banca Generali 18,0%,
Creval 16,8%,
Fideuram 15,5%,
Bper 14,7%,
Mediobanca 14,2%,
Ing group 14,0%,
Intesa 13,7%,
Banco Bpm 13,2%,
Credem 13,1%,
Mps 12,8%,
Farmafactoring 12,2,
Unicredit 12,11%,
Banco Desio 11,6%,
Pop Sondrio 11.59%,
Ubi 11,42%,
Banca Sella 11,49%,
Banca Sistema11,1%,
Carige 10,8%,
Banca Ifis 10,67%.