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Musumeci incontra gli industriali: «La Sicilia diventi base logistica del Mediterraneo» Tutto qua?

Confindustria, Musumeci agli industriali: «La Sicilia diventi base logistica del Mediterraneo» Tutto qua?

 

L’incontro con gli industriali e il governatore di Sicilia è una importante iniziativa di apertura verso l’economia dell’Isola, ma i dubbi sono tanti e sul PNRR, il piano nazionale che dovrebbe salvare l’Italia post Covid, a noi, come a tantissimi altri imprenditori coscienti e consapevoli, desta non poche preoccupazioni avendo contezza della capacità della Pubblica Amministrazione di operare lenta e male. Lo si evince, tra l’altro,  all’interno del documento stesso (PNRR) nel quale c’è scritto pulito pulito ( pagine 44/45)  “A fronte di crescenti vincoli numerici, anagrafici e formativi, la PA italiana si trova a gestire un insieme di norme e procedure estremamente articolate e complesse che si sono progressivamente stratificate nel tempo in maniera poco coordinata e spesso conflittuale su diversi livelli amministrativi (nazionale, regionale e locale).
Se una PA con crescenti problemi strutturali deve gestire un insieme di regole sempre più complicate, il risultato è la progressiva perdita della capacità di implementare gli investimenti, sia pubblici sia privati da parte del sistema-Paese.”.

“E qui casca l’asino” – direbbe il buon Totò, principe De Curtis –  possiamo dire, visto che c’è scritto,  che la realizzazione del piano nazionale potrebbe essere ostacolato o vanificato da una burocrazia ammazza italia che anche in questo caso l’esistenza di norme e normucce che configgono fra loro fa scaturire un mezzo caos, una disgrazia annunciata.

Dunque il presidente lancia la sua “ripartenza” sapendo (altro se lo sa) che il carrozzone della burocrazia anche questa volta ci tirerà un brutto scherzo, ma certamente non ci sarà da ridere.

«Se vogliamo ripartire – e dobbiamo farlo al più presto – bisogna sapere dove andare. E avere i mezzi per farlo. Non parlo solo di risorse finanziarie, che arriveranno con il Pnrr. Tra l’obiettivo politico e la sua realizzazione c’è di mezzo un mostro a più teste, in alcuni casi più potente della politica e si chiama mala burocrazia: leggi, leggine, regolamenti, autorizzazioni. Tutte pastoie che spesso nulla hanno a che vedere con la trasparenza. Se non cambia la legislazione,  potranno arrivare decine di miliardi in Sicilia ma ben poco accadrà». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, durante il suo intervento alla assemblea annuale di Confindustria di Catania in corso di svolgimento nel centro etneo di Viagrande.

 

«Abbiamo bisogno di risorse umane che lavorino giorno e notte a un progetto comune – ha continuato Musumeci – e di non attendere anni perché arrivi una autorizzazione da Roma. Paghiamo a caro prezzo la nostra condizione di marginalità in Europa. Solo affermando la centralità della Sicilia nel Mediterraneo, tornato ad essere mare di commercio, e dotando l’Isola di infrastrutture strategiche potremo riuscirci. La vera ricchezza non arriva dall’amministrazione pubblica ma dalle imprese – ha concluso il governatore – e la Regione è al fianco degli industriali. Se questa logica fosse stata presente nel passato, si sarebbe evitata una politica assistenzialista e clientelare che, invece, ha mortificato la nostra economia. Il nostro futuro si chiama Mediterraneo, si chiama Sud».

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