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Giuli porta il suo “Antico Presente” a Palermo: “Un libro contro la dimenticanza culturale”

Il Ministro della Cultura oggi a Villa Malfitano con un'opera tra identità simbolica e tensione spirituale

Alessandro Giuli presenta a Palermo Antico Presente, viaggio tra mito, identità e sacralità

Villa Malfitano ospita oggi la tappa palermitana del libro del Ministro della Cultura, tra memoria arcaica e visione contemporanea

PALERMO 10 giugno 2025 – Oggi pomeriggio, a Villa Malfitano, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha presentato Antico Presente. Viaggio nel sacro vivente, una raccolta di scritti che attraversano l’Italia profonda sulle tracce di un’identità simbolica e dimenticata. Un’occasione di riflessione culturale che vede la partecipazione delle principali istituzioni cittadine e regionali.

Un libro tra paesaggio, mito e destino culturale

Pubblicato da Baldini+Castoldi, Antico Presente raccoglie articoli scritti da Giuli tra il 2004 e il 2016, oggi rielaborati in un percorso che guida il lettore attraverso luoghi e suggestioni sacre dell’Italia arcaica. Dalla Maremma al Sannio, dai boschi dell’Abruzzo alle coste del Mediterraneo, il volume costruisce una geografia spirituale del nostro Paese. L’autore indaga simboli, rovine e memorie vive, in una narrazione che intreccia antropologia, filosofia e mitologia.

Autorità presenti e riflessioni accese

Alla presentazione hanno partecipato il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla, l’Assessore regionale dei Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato, l’Assessore alla Cultura del Comune di Palermo Giampiero Cannella, la docente e grecista Fulvia Toscano, Massimo Cultraro e l’ex assessore Fabio Granata con la sapiente condizione e moderazione del giornalista e già assessore Alberto Samonà.

La prefazione è  firmata dall’archeologo Andrea Carandini, che non risparmia critiche: “una narrazione a rischio nostalgia”, secondo il suo punto di vista. Ma Giuli difende il valore dell’opera: “Non è revivalismo, è un modo per risvegliare la coscienza culturale degli italiani, attraverso i luoghi e le parole dimenticate”.

Un evento tra memoria e futuro

L’incontro di Palermo si inserisce in un ciclo di presentazioni nazionali, toccando luoghi simbolici del patrimonio culturale italiano. L’ingresso a Villa Malfitano è gratuito fino a esaurimento posti. Il volume è disponibile in libreria e online, anche in formato digitale.

Sacro e contemporaneità: un bisogno collettivo

Il confronto ha toccato anche temi attuali e profondi: l’allontanamento progressivo dai luoghi di culto tradizionali, la perdita del senso del sacro nelle nuove generazioni, ma anche il bisogno crescente di riscoprire significati, simboli e percorsi interiori. È emersa la proposta condivisa di istituire una vera e propria “Scuola del Sacro”, capace di ridare voce ai luoghi, ai riti e alla cultura immateriale che abitano il territorio.

La Sicilia – è stato detto – possiede un patrimonio unico al mondo: santuari, parchi archeologici, chiese rupestri, culti sincretici, miti fondativi. Alcuni relatori hanno lanciato la provocazione di realizzare un nuovo libro, questa volta dedicato al Genio di Palermo, alla Trinacria e a tutto ciò che, nella storia e nella simbologia dell’Isola, rappresenta ancora oggi un segno di identità e resistenza culturale.

L’evento ha confermato come il dialogo tra passato e presente – tra l’antico e il contemporaneo – non sia materia da specialisti, ma esigenza collettiva. Un’esigenza che Antico Presente ha il merito di riportare al centro del discorso pubblico.

Sacro e contemporaneità: un bisogno collettivo

Il confronto ha toccato anche temi attuali e profondi: l’allontanamento progressivo dai luoghi di culto tradizionali, la perdita del senso del sacro nelle nuove generazioni, ma anche il bisogno crescente di riscoprire significati, simboli e percorsi interiori.

Non è mancato un richiamo forte alla tradizione classica: è stata citata la frase di Eschilo – Se rispettano i templi e gli dèi dei vinti, i vincitori si salveranno – a sottolineare l’importanza del rispetto per la storia, i luoghi e le culture che hanno preceduto, come fondamento di una convivenza pacifica e di una vera rinascita collettiva 1.

La Sicilia – è stato detto – possiede un patrimonio unico al mondo: santuari, parchi archeologici, chiese rupestri, culti sincretici, miti fondativi. Alcuni relatori hanno lanciato la provocazione di realizzare un nuovo libro, questa volta dedicato al Genio di Palermo, alla Tricàride e a tutto ciò che, nella storia e nella simbologia dell’Isola, rappresenta ancora oggi un segno di identità e resistenza culturale.

A segnare il cuore del dibattito è stata l’espressione “Pensare greco, agire romano”: una sintesi efficace del dialogo tra sapienza, contemplazione e azione concreta. Un invito a recuperare la profondità del pensiero classico per affrontare le sfide del nostro tempo con visione e determinazione. L’evento ha confermato come il dialogo tra passato e presente – tra l’antico e il contemporaneo – non sia materia da specialisti, ma esigenza collettiva. Un’esigenza che Antico Presente ha il merito di riportare al centro del discorso pubblico.

Alessandro Giuli a Palermo

Il Ministro Alessandro Giuli a Villa Malfitano: “La Sicilia è totalità, pensiero e cuore”

Intervento integrale tra sacro, identità e civiltà mediterranea

Durante la presentazione del libro Antico Presente, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha tenuto un discorso denso di riferimenti filosofici, antropologici e simbolici, toccando i temi del sacro, della crisi della modernità e del ruolo centrale della Sicilia nella coscienza culturale italiana. Di seguito un estratto riorganizzato del suo intervento:

“Come si può agire in un mondo dove tutto vacilla?”

«La differenza – vi chiedo – come si può farla in un mondo come questo? Un mondo in cui tutti i punti di riferimento sembrano venire meno? La globalizzazione non è più un ideale, ma un mostro che divora se stesso e tutto ciò che incontra. Come ritrovare un asse, un equilibrio?»

«Per rispondere a una domanda simile, bisogna ripartire dal nostro limite. Occorre non pensare solo con la testa, ma – come ci insegna Dante – anche col cuore. Il pensiero cardiaco era sacro per i Greci. L’uomo antico non era schematico: pensava con tutto sé stesso, attraverso esperienza e fede. Questo è il pensiero sacro».

Occidente, disciplina, esperienza

«In Oriente c’è lo Yoga, ma anche l’Occidente ha forme di disciplina e ascesi. Il pensiero deve essere accompagnato dall’esperienza. Non si scrive solo per aver letto, ma per aver vissuto. L’esperienza soggettiva – l’Erlebnis – plasma profondamente il sé. Pensate alla Grande Guerra: ha trasformato l’antropologia degli uomini. Ha generato oscurità e, al contempo, grandezza morale e artistica».

«Io stesso posso dire di aver ricevuto un addestramento in Sicilia. È questa terra che mi ha formato nello studio dell’archeologia del sacro».

“La Sicilia è totalità”

«Luciano Canfora ricorda che la Sicilia è un frammento d’isola che si è posato nel cuore del Mediterraneo. Ma è anche Proserpina, Apollo, il simbolo della totalità. Sicilia non è solo radice greca o latina: è fusione, stratificazione, coscienza».

«Per Plinio il Vecchio e Virgilio, la civiltà italica nasce proprio qui. Secondo alcune fonti, Italo – da cui il nome “Italia” – scese dal Palatino fino ai confini con la Calabria. Anche Lampedusa, ne Il Gattopardo, percepiva questa grandezza: la Sicilia è misura, ospitalità, osservazione dall’alto. Una forma di superiorità morale mite e generosa».

Il sacro e la cultura italiana

«Pochi giorni fa ero a Castelvetrano con il Presidente della Repubblica, per la presentazione del libro di Alessandro Campi su Giovanni Gentile. Un altro siciliano che ha inciso nel pensiero italiano. La Sicilia – ribadisco – è centrale per la formazione della coscienza morale dell’Italia».

«E infine ricordo la guerra tra Roma e Cartagine. Per salvarsi, Roma dovette richiamare la Dea Cibele da Pessinunte, un atto simbolico che affonda nel mito. Oggi più che mai, dobbiamo recuperare questa dimensione: il sacro come fondamento dell’agire, la memoria come bussola, la Sicilia come custode».

«Oggi la Sicilia siete voi: nei vostri volti, nella vostra intelligenza, nella vostra inesauribile ospitalità ho trovato la misura di un popolo e la forza di un’idea che resiste. Non c’è civiltà senza radice. Non c’è futuro senza memoria.»

Una riflessione personale: verso una Scuola del Sacro

Non è più tempo di separare cultura e spiritualità, pensiero e vita, esperienza e simbolo. La presentazione del libro Antico Presente ha riaperto, con forza e lucidità, una ferita e un bisogno: quello di ritrovare un asse interiore, una disciplina del senso, un orientamento che non sia ideologico ma esistenziale.

Per questo motivo, credo sia giunto il tempo di immaginare la nascita di una Scuola del Sacro: non un’istituzione scolastica, non un corso accademico, ma un modus vivendi. Una forma di attenzione e di cura, verso ciò che ci lega a questa terra, alla memoria profonda, ai luoghi, ai gesti, alle parole antiche che continuano a parlarci anche se spesso non le ascoltiamo più.

Questa scuola dovrebbe educare all’ascolto, alla contemplazione, alla misura. Un’educazione al sacro, non confessionale ma culturale, che riconosca nella Sicilia – e nel suo patrimonio materiale e immateriale – un centro simbolico di identità, fusione e resistenza. Non più un progetto elitario, ma un sentiero condiviso, aperto a chiunque voglia abitare il tempo con consapevolezza e profondità.

Francesco Panasci

Le Foto sono di Claudio Pezzillo

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