CronacaPalermoPrimo PianoSicilia

Mazzette, funzionario resta in carcere: arrestato con mille euro nell’agenda

Il gip conferma la custodia cautelare: chiedeva fino a 2.500 euro per sbloccare le pratiche culturali

Il gip Giuseppina Zampino ha confermato la custodia cautelare in carcere per Antonio Librizzi, il funzionario di 62 anni della Soprintendenza del Mare arrestato giovedì scorso con mille euro in contanti nascosti dentro un’agenda. L’uomo deve rispondere di tentata concussione in quattro episodi contestati dalla Procura.

Bloccato con i soldi nell’agenda

La Guardia di Finanza ha bloccato Librizzi nei pressi di un bar in piazza Marina, subito dopo che un imprenditore gli aveva consegnato l’agenda con i soldi all’interno. I finanzieri conoscevano il luogo e l’orario dell’incontro grazie alle denunce di due imprenditori che avevano deciso di collaborare con gli investigatori. Le banconote erano state precedentemente segnate e fotografate.

Durante l’udienza di convalida dell’arresto, il funzionario si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi avvocati, Luigi Miceli e Roberto Tricoli, presenteranno ricorso al tribunale del Riesame.

Il sistema delle tangenti

Dalle indagini emerge che Librizzi avrebbe messo in piedi una prassi ormai consolidata per ottenere denaro dagli imprenditori. Il funzionario contattava direttamente chi doveva ricevere finanziamenti per iniziative culturali e decideva l’affidamento dei servizi. Al momento del pagamento finale creava però sempre un intoppo burocratico che si risolveva solo dietro il versamento di una somma che variava tra 500 e 2.500 euro in base all’importo dei lavori.

In un caso, il funzionario avrebbe chiesto anche un monopattino come pagamento, accontentandosi poi di circa 400 euro in contanti per sbloccare una fattura.

Le perquisizioni

Durante le perquisizioni nella sua abitazione, i finanzieri hanno trovato altre agende che sarebbero stati utilizzati per le precedenti consegne di denaro. Negli uffici della Soprintendenza del Mare in via Lungarini sono stati sequestrati decine di progetti, alcuni già realizzati e altri ancora in fase di sviluppo.

Gli investigatori del Comando Provinciale di Palermo stanno ora verificando tutti i fascicoli e sentendo le persone che hanno realizzato le iniziative culturali finanziate, per ricostruire l’intera portata del fenomeno corruttivo all’interno dell’assessorato regionale ai Beni Culturali.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio