Fratoianni come Soumahoro: nulla sanno delle mogli?
Il verde tuona contro Musk e il capitalismo, ma in casa si guida Tesla. Lui e la moglie, entrambi deputati AVS, predicano povertà e comprano tecnologia da showroom

La sinistra che odia i padroni, ma compra da loro. Fratoianni in Tesla: quando la morale è solo uno slogan da talk show
Fratoianni accusa Musk di ogni male, ma in famiglia guidano una Tesla. Entrambi deputati AVS, marito e moglie dimostrano quanto sia facile attaccare il capitalismo… e poi comprarlo.
13 marzo 2025 – Predicano sobrietà, attaccano Musk e la destra globale, ma poi si spostano su auto Tesla. E se qualcuno chiede conto dell’incoerenza, la risposta è sempre la stessa: “Non ne so nulla. È di mia moglie”.
Le mani nella marmellata… elettrica
Il segretario di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni, è stato colto alla guida di una Tesla. Proprio lui, che non perde occasione per attaccare Elon Musk, bollandolo come simbolo di una destra globalista, capitalista e ipertecnologica, finisce per spostarsi su quattro ruote costruite dalla sua azienda. Quando il giornalista de Il Foglio lo incalza, Fratoianni dribbla: “La Tesla? Non è mia, è di mia moglie. Parlatene con lei”.
La moglie in questione è Elisabetta Piccolotti, anche lei parlamentare, militante verde e perfettamente allineata con le ideologie del marito. La quale, altrettanto imbarazzata, dichiara che sì, l’ha comprata, ma col leasing. E che magari, un giorno, la venderà.
Un deja-vu dal sapore rosso
Sembra di rivivere lo stesso copione visto con l’Onorevole Aboubakar Soumahoro, anche lui ex simbolo di AVS, anche lui travolto dalle azioni della moglie e della suocera – indagate per gravi reati legati alla gestione delle cooperative di accoglienza, tra cui frode, bancarotta e autoriciclaggio. Anche lui si era detto “estraneo”, “ignaro”, “incolpevole”. Poi si è autosospeso e ha cambiato casacca.
Un partito, due uomini, stessa amnesia selettiva. Mogli attivissime, mariti disinformati. E un popolo di elettori che dovrebbe continuare a crederci.
Un’ideologia che scappa in elettrico
C’è un tratto comune, che oggi emerge con nitidezza. L’antifascismo a corrente alternata. L’indignazione solo per gli altri. E la costante autoassoluzione per ogni incoerenza.
Si odia Musk, ma si guida Tesla. Si combatte Amazon, ma si ordina tutto su Prime. Si parla di inclusione, ma si vive nei centri storici iper-gentrificati. La sinistra, quella che ama raccontarsi “diversa”, è diventata in tutto e per tutto il volto caricaturale di ciò che detestava.
I veri limiti (non quelli morali)
Dalla comunità che smaschera le ipocrisie dei sedicenti progressisti, arriva una riflessione tagliente: “I veri limiti della loro esistenza non sono etici, ma pratici: comprare, consumare, puntare il dito. L’odio per Musk è solo retorica. Poi, però, usano le sue auto senza problemi.
La sinistra che accusa la destra di ogni male, oggi sfreccia sulle autostrade del lusso ecologico, predica povertà ma vive nel comfort. Fratoianni non sa della Tesla. Soumahoro non sapeva degli affari familiari. Il problema forse non sono le mogli, ma la cultura politica che li circonda: quella del “vale tutto, purché sia contro la destra”.
Se l’incoerenza è un peccato, la sinistra radicale ne ha fatto una dottrina. A trazione elettrica.