Esteri: nell’Artico Putin costruisce basi militari e installa radar per intercettare velivoli stealth e comunicazioni satellitari

Le forze militari di Putin continuano la loro espansione e dalle immagini satellitari si vede che il Cremlino sta espandendo le basi nell’Artico, con piste e sistemi radar in grado di rilevare i velivoli stealth. Parlando alla CNN, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha confermato che è in atto “un significativo rafforzamento militare russo nell’estremo nord”. Mentre le Nazioni Unite stanno, a loro volta, raddoppiando la presenza nell’area proprio in risposta alla militarizzazione della Russia nella regione. Le immagini satellitari non mostrano un’espansione estesa, ma fanno comunque vedere come il presidente russo si stia muovendo in quella zona. Con la guerra in Ucraina che non accenna a diminuire e che sta mettendo a dura prova le risorse russe, l’espansione nel nord artico lascia intuire quale è ora il percorso tattico della strategia militare a lungo termine di Putin. La Russia ha da tempo fortificato e migliorato le sue basi e infrastrutture militari nel nord del paese. Dall’era sovietica, ha costantemente aggiornato le strutture. Le foto pubblicate dal sito di difesa aerea Tiksi mostrano la costruzione di stazioni radar a Olenegorsk, nel nord-ovest della Russia, a circa 100 miglia dal confine con la Finlandia, e sulla penisola di Kola, altre 100 miglia a est. Una costruzione simile è in corso in una base a Vorkuta, vicino alla costa settentrionale del paese, sopra il circolo polare artico. La presenza della Russia nell’estremo nord non è una novità. Apprezzato sia dall’impero russo che dai sovietici per le sue ricche risorse naturali, Josef Stalin una volta parlò dell'”Artico rosso” e vi costruì dozzine di basi militari. Ma l’interesse è diminuito con il crollo dell’Unione Sovietica e nel 1987 Mikhail Gorbaciov ha stabilito che dovesse essere una “zona di pace”, segnando la fine dell’espansione militare e l’inizio della cooperazione con l’Occidente su progetti di ricerca scientifica. Putin, in un vertice del 2014, ha invece, dichiarato che la regione artica è un concentrato “di tutti gli aspetti della sicurezza nazionale: risorse militari, politiche, economiche, tecnologiche, ambientali”. Da allora, ha riaperto circa 50 basi artiche dell’era sovietica, inclusi aeroporti, stazioni radar, porti mercantili, piattaforme di lancio di missili e cantieri navali. Altri sono stati ampliati, inclusi almeno 18 aeroporti nella penisola di Kola, che si trova a circa 200 miglia a est della Finlandia e ospita la maggior parte delle forze militari russe nella regione: il quartier generale della sua flotta del Mare del Nord, gran parte delle sue forze nucleari compresi i bombardieri e missili e stazioni di rifornimento per le basi più a nord. Alcuni sono stati adattati per ospitare la tecnologia militare all’avanguardia di Mosca. Altre basi sono state adattate per ospitare nuovi missili da crociera ipersonici Tsirkon, e i porti sottomarini nella penisola di Kola dovrebbero ospitare i droni nucleari Poseidon, secondo i rapporti del Center for International and Strategic Studies. Sono state inoltre costruite dozzine di nuove basi, tra cui almeno cinque grandi aeroporti lungo quello che è noto come il passaggio a nord-est, una rotta marittima che collega l’Europa con l’Asia che sta diventando sempre più accessibile a causa dell’aumento delle temperature globali che ha sciolto i ghiacci. La Russia spera di trasformarlo in un’alternativa praticabile e redditizia alle attuali rotte marittime che corrono intorno al Capo di Buona Speranza in Africa e attraverso l’Oceano Indiano, o attraverso il Mediterraneo e intorno alla penisola arabica attraverso Suez. Andare a nord ridurrebbe di circa due settimane anche i viaggi più veloci verso sud.

Fabio Gigante

 

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