Ennesimo sopralluogo di “Stop Animal Crimes Italia” al canile di Termini Imerese, altro canile lager scoperto a Trabia

Il dramma della prevenzione e dei controlli nella provincia di Palermo.

Avevamo trovato cuccioli morti e cani sepolti illecitamente  ossia una struttura canile abusivo e a distanza di quasi 3 mesi le strutture abusive accolgono ancora cani e M.M., nella disponibilità della struttura abusiva di Quaranta Salme ,  continua ad essere nella disponibilità dei cani del Comune e a gestire il canile pubblico di Lignari (privo di segnaletica stradale, cartelli indicativi, orari esposti al pubblico, insomma un canile fantasma per gli utenti), dove l’altro ieri è stato negato da parte del Comune il legittimo accesso a volontari  che volevano accertarsi delle condizioni di benessere degli animali ossia esercitare il diritto previsto dall’ultima comma dell’art. 14 della L.R. 15/2000 e alla richiesta di voler adottare un cane, il Comune forniva il contatto dell’indagata la quale affermava che era necessario prendere un appuntamento.

In tutto questo, attendiamo i risvolti delle indagini scaturite in seguito a nostra querela nei confronti della gestione dei canili  M.M. (denunciata per il reato di uccisione e maltrattamento di animali) rispetto cui abbiamo chiesto di far luce su tutti i fondi privati percepiti oltre a quelli pubblici, del Sindaco (denunciato per medesimi reati, in quanto responsabile degli animali del territorio) e i veterinari (denunciati per i medesimi reati). Istituzioni amministrative locali che non forniscono alcun informazione sui cani presenti, sul loro stato di salute e nulla, sulle adozioni, il tutto sembra in un clima di omertà.

Il Movimento denuncia il sistema “dog’s money” che vige in Sicilia e che conduce all’esistenza di strutture abusive, canili lager e malagestione: da un lato i Sindaci che non osservano le leggi sul controllo del randagismo, disconoscendo azioni preventive ma limitandosi ad usare soldi pubblici per togliersi il problema lasciando la gestione a privati che poi, spesso, ostacolano l’ingresso per le adozioni. Dall’altro lato controlli prevalentemente inesistenti dove le ASP piuttosto che sequestrare, non sapendo dove mettere i cani e non volendo spendere, affidano i cani – per loro sempre in “condizioni di buona salute” – all’aguzzino (a volte inconsapevole patologico accumulatore seriale di animali) non nelle condizioni economiche di garantire il benessere agli animali e di pagare, pure, le sanzioni comminate;  in mezzo (la terza faccia del sistema) molti “volontari” e associazioni “animaliste” che, per la gioia di quei Sindaci e controllori inadempienti, si sostituiscono volentieri a questi per allestite imponenti raccolte fondi private – con l’uso di ogni mezzo social – sulla cui movimentazione non esistono controlli, per “gestire” randagi raccolti per strada o gli stessi cani ospiti di strutture abusive a tutti note quando vengono denunciati però da altri; animali che spesso finiscono in strutture abusive.

Un sistema marcio, che con la lotta al randagismo non ha nulla a che fare e che va avanti da anni e che, è triste dirlo, stiamo sollevando SOLO noi, come dimostrano i casi di Misilmeri (foto 6), Termini Imerese e infine, fresco fresco, Trabia, ne sono testimonianza; infatti proprio giovedì abbiamo scoperto l’ennesimo scandalo che parla molto chiaro: la ASP di Termini Imerese nel 2013 in seguito a sopralluogo scopre 66 cani in un rifugio abusivo di cui 43 senza microchip e pensa bene di microchipparli intestandoli al proprietario del terreno, non solo non riscontrando come da prassi ASP alcun reato ma anche senza domandarsi se fosse in grado di garantire il benessere di tutti i cani oltre che doversi pagare le sanzioni comminate. A distanza di 8 anni, il nostro sopralluogo ha messo in evidenza decine di animali detenuti tra immondizia e rifiuti, alimentati con pane duro e in presenza di cuccioli (foto 7,8 e 9 video). Un lager dove, secondo alcuni, molti enti animalisti locali “appoggiavano” cani randagi oggetto di raccolte fondi. Depositeremo denuncia alla Procura della Repubblica, dove pendono – così come in tante altre – decine di procedimenti penali scaturiti da fatti originati proprio dal sistema che denunciamo, incapace di ostacolare alla radice l’illegalità dilagante in materia di canili e randagismo.

Le Associazioni esistono per stimolare il miglioramento e applicazione delle leggi, in realtà ad oggi, incapaci di bonificare la grave realtà del randagismo sono diventate un circuito parallelo a quello della Pubblica Amministrazione deputata per legge.  Non affermando ovviamente che i volontari siano tutti uguali, riteniamo che le Associazioni debbano adoperarsi alla ricerca di soluzioni al problema e non solo all’emergenza e che da un lato l’aiuto in denaro debba essere sostituita con l’aiuto in materiale –   versando denaro direttamente ai negozi di mangime (per alimentare gli animali) o al veterinario (per microchip, cure, vaccini e sterilizzazioni) – e dall’altro lato introdurre, nel frattempo, un sistema che renda trasparenti le raccolte private in denaro, a tutela proprio del volontariato pulito.

Questo è quanto trasmesso in una nota stampa di “Stop Animal Crimes Italia” che abbiamo riportato integralmente così come ricevuta correlata da relative  immagini riferibili ai fatti denunciati come contributo esterno e di cui la redazione non si assume alcuna responsabilità.

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