
Pierluigi Bersani gongola, nonostante il risultato di Rosario Crocetta sia fiaccato dall’astensionismo “monstre”. Nichi Vendola cerca di frenarne l’entusiasmo, mentre Casini segna con l’evidenziatore il risultato del Movimento 5 Stelle, auspicando un dialogo con il non-partito di Beppe Grillo. Dal Pdl il tentativo è di mantenere la calma, visti i problemi interni, ma la sconfitta in un feudo storico brucia molto.
“Per noi è un risultato storico – esclama il segretario del Partito Democratico quando ancora si stanno ultimando gli spogli – perché dal Dopoguerra a oggi mai si era stati veramente competitivi in Sicilia. E adesso abbiamo visto che non solo possiamo esserlo, ma possiamo anche vincere. Ora tocca a Crocetta e chi l’ha sostenuto interpretare con forza le esigenze di cambiamento espresse dall’elettorato siciliano”.
L’alleato Nichi Vendola, omologo di Crocetta e lanciato – salvo intoppi giudiziari – verso le primarie del centrosinistra, getta acqua sul fuoco dell’entusiasmo: “Se l’astensionismo supera la metà dell’elettorato – commenta amaramente il leader di SeL – significa che la politica è finita in un buco nero. La legittimazione democratica di Crocetta, a cui comunque faccio gli auguri, dati i numeri è molto fragile”. E Vendola non ha torto, perché in base ai dati forniti dalla stessa Regione Sicilia, la lista del Pd ha ricevuto solo il 13,4% dei voti contro il 14,9 del Movimento 5 Stelle con Giovanni Cancelleri candidato presidente.
La creatura di Grillo e Casaleggio è il primo partito nell’isola e questo Pier Ferdinando Casini non lo vuole sottovalutare: “Se il Movimento 5 Stelle ha raggiunto questo risultato in Sicilia – avverte il leader dell’Udc – evidentemente può raggiungere il 25% in Italia. Bersani ne deve tenere conto, come deve tenere conto del fatto che Grillo prende i voti dall’estrema sinistra e dal Pdl”. E nella prima categoria Casini ci infila l’Italia dei Valori, definito anche partito populista dal quale guardarsi. Infine il deputato incalza: “Per fronteggiare l’antipolitica – conclude – bisogna che progressisti e moderati dialoghino, il risultato siciliano ce lo dice a gran voce. E gli estremismi vanno banditi”.
Angelino Alfano, segretario del Popolo della Libertà, traballa ma non vuole darlo a vedere: “Il risultato della nostra area che fa riferimento a Nello Musumeci – risponde il deputato – è sicuramente straordinario visto che si attesta sul 25%, il centrodestra ha dimostrato che può essere potenzialmente vincente”. Nessuna preoccupazione, quindi, per il 12,9% ottenuto dal Pdl, terza lista in una terra dove Silvio Berlusconi era abituato a fare man bassa di voti: “Ora si pensa alle primarie del 16 dicembre – rilancia Alfano – alle quali io mi candiderò portando avanti ideali che valgono più della mia carriera”.
E intanto Beppe Grillo, incassato il trionfo (ne è valsa la pena di attraversare lo Stretto a nuoto…) guarda già avanti e punta dritto sul 13 aprile, giorno delle Elezioni Politiche: “Signori – scrive sul blog – stiamo andando incontro a qualcosa di straordinario, dobbiamo stare attenti a rispettare le regole e a non sbagliare niente. Io sarò il garante su chi entra e chi esce”.
Valerio Valeri