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I Magistrati onorari chiedono la stabilizzazione

In occasione della cerimonia inaugurazione dell’anno giudiziario 2023 nel capoluogo siciliano, di fronte alle autorità istituzionali del comune e della regione, presente, tra gli altri, il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, fresco di nomina, i magistrati onorari hanno rivendicato i loro diritti, negati da decenni. Si tratta dei “precari” della giustizia, vittime di un paradosso intollerabile, visto che il loro datore di lavoro è lo Stato, e che sopperiscono proprio ai vuoti di organico messi in evidenza da tutti. Nell’occasione la dott.ssa Giulia Bentley, delegata per la Consulta della Magistratura Onoraria ha ribadire che ”non è superfluo sottolineare, in questo primo intervento dopo tre lunghissimi anni di crisi sanitaria ed economica, la sofferenza di oltre 4600 servitori dello Stato che, retribuiti a cottimo e privi di tutele lavoristiche, si sono ammalati e sono periti nell’assoluta indifferenza delle Istituzioni, pur avendo continuato a fornire senza soluzione di continuità un apporto determinante e crescente all’esercizio della funzione giurisdizionale.

Le statistiche – continuato la Bentley – di produttività sarebbero ben diverse se fosse stata indicata la mole immensa di lavoro evasa dai magistrati onorari giudicanti e requirenti, assente nei documenti ministeriali, ma puntualmente presente nelle interlocuzioni di Consulta con l’Unione. Eppure, finanche le richieste da noi avanzate al Ministero nel corso del 2022, per l’adeguamento delle indennità, mai indicizzate dal 2003, hanno ricevuto un secco diniego, diversamente da quanto avvenuto per gli altri lavoratori del settore”. Noi confidiamo – ha conclusa Giulia Bentley – che la politica sia finalmente consapevole della gravità del quadro solo sommariamente illustrato, incidente sulla categoria così come sui cittadini, ai quali è tenuta a garantire una giustizia pienamente rispettosa dello stato di diritto. Né l’una né gli altri possono, infatti, attendere oltre il ripristino della legalità che, si auspica, dopo un profluvio di parole e interminabili attese, si concretizzi in azioni.

Fabio Gigante

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