Dragotto, Cannariato e la beneficenza politica. Cosa dicono i conti e cosa rimane per il reparto dei bimbi?
Un'analisi delle iniziative benefiche e dei legami con la politica, con un'attenzione all'uso dei fondi pubblici e alla necessità di maggiore trasparenza.

Quando la beneficenza la paga l’altro: la Regione Siciliana
Tra politica, fondazioni, incarichi e 500mila euro pubblici: il caso Dragotto che non ringrazia
Tommaso Dragotto, 87 anni, noto imprenditore siciliano, ha da sempre ricoperto un ruolo di protagonista nel panorama pubblico. Tuttavia, negli ultimi mesi, la sua visibilità ha suscitato interrogativi. Non solo per il progetto benefico “Gigi & Friends”, finalizzato alla raccolta di fondi per la lotta contro le malattie rare, ma anche per la rete di rapporti, incarichi, fondi pubblici e ritorni d’immagine che lo circondano. Con lui, anche la compagna Marcella Cannariato, già noto broker assicurativo e responsabile Sicilia della Fondazione Marisa Bellisario, ha suscitato diverse polemiche.
Una cronaca di visibilità e potere
Dragotto non è un volto nuovo nella scena politica ed economica siciliana. Tuttavia, la sua capacità di consolidare un consenso elettorale è stata messa in discussione dal fallimento della sua candidatura a sindaco di Palermo nel 2012, che nonostante l’impegno economico profuso, ha avuto esiti marginali. L’iniziativa è stata rapidamente archiviata dalla stampa come un episodio senza particolare rilevanza.
Nel corso degli anni, Dragotto ha saputo consolidare la propria immagine imprenditoriale e di persona attento al sociale attraverso la “Fondazione Tommaso Dragotto” e il marchio “Sicily by Car”, oggi quotato in Borsa. La sua presenza nei circuiti istituzionali si è intensificata attraverso eventi pubblici e privati, con frequenti partecipazioni da parte di politici di diverse provenienze.
La visibilità di Dragotto è ulteriormente cresciuta grazie alla laurea honoris causa in “Scienze Economico-Aziendali” conferita dall’Università degli Studi di Palermo per meriti imprenditoriali il 16 ottobre 2020. La cerimonia si è svolta nella Sala dei Baroni del Complesso Monumentale dello Steri, alla presenza del Rettore Fabrizio Micari e del Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche, Angelo Mineo. Nel tempo, Dragotto ha cercato, attraverso le sue personali amicizie politiche, di ottenere il titolo di Cavaliere del Lavoro. Nonostante il sostegno di ambienti politici a lui vicini, tale onorificenza non gli è mai stata concessa, sollevando interrogativi sulla reale motivazione dietro a questa mancata assegnazione.
Il rapporto con Schifani e il “caso IRFIS”
Il legame tra Tommaso Dragotto e il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, è noto e ben documentato. A marzo 2023, Schifani propose Dragotto come presidente dell’IRFIS, l’Istituto Regionale per il Finanziamento delle Imprese in Sicilia. Sebbene la nomina fosse stata annunciata, essa venne formalizzata per poche ore, poiché Dragotto rinunciò, citando “impegni imprenditoriali” e, secondo alcune fonti, problematiche emerse durante la verifica della sua posizione, tra cui un’indagine penale non dichiarata. (Fonti: Live Sicilia, 23 marzo 2023; Buttanissima Sicilia, 6 aprile 2023).
Dragotto si giustificò dichiarando al quotidiano Live Sicilia che la mancata comunicazione del procedimento penale fosse stata una “dimenticanza”. Poco dopo, la Regione Siciliana nominò Iolanda Riolo, imprenditrice del settore automotive, come nuovo presidente dell’IRFIS.
Altre nomine della Regione: Marcella Cannariato al Teatro Massimo
Marcella Cannariato, compagna di Tommaso Dragotto, è stata nominata il 6 agosto 2024 nel Consiglio di Indirizzo del Teatro Massimo di Palermo su indicazione della Regione Siciliana, sollevando numerosi interrogativi. Sebbene sia una professionista con lunga esperienza nel settore assicurativo, non risulta che la Cannariato possieda competenze o esperienze comprovate nel settore musicale o culturale, come previsto dallo statuto del Teatro Massimo. La nomina è stata interpretata da molti come un atto di riconoscenza politica nei confronti della famiglia Dragotto da parte del presidente Schifani.
Un altro episodio controverso ha riguardato una richiesta di finanziamento pubblico da 10.000 euro per una cena di gala organizzata dalla Fondazione Bellisario, legata alla Cannariato, e sponsorizzata dall’ARS. Questo evento ha fatto storcere il naso a tanti, considerando la posizione economica benestante della Cannariato, che, nonostante il suo status, ha ritenuto necessario ricorrere a fondi pubblici per coprire i costi di un evento di rappresentanza. L’iniziativa è stata oggetto di critiche. Oggi quella vicenda torna alla luce segnato dall’inchiesta per corruzione che ha coinvolto il presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, e che sembrerebbe tocchi anche la Fondazione Dragotto. La connessione tra l’uso di fondi pubblici per una cena di gala e le vicende legate all’inchiesta solleva dubbi legittimi sull’opportunità e la trasparenza di tale richiesta.
Il concerto, il logo, le istituzioni dimenticate
Il concertone “Gigi & Friends” ha visto la partecipazione di artisti di fama nazionale con l’obiettivo dichiarato di raccogliere fondi per un reparto pediatrico dedicato alle malattie rare. Un nobile intento che, però, ha sollevato dubbi in merito alla gestione e alla comunicazione istituzionale, segnando una rottura con il Presidente Schifani. Nonostante il generoso contributo economico della Regione Siciliana, pari a 500mila euro, durante l’evento non è mai stato fatto alcun riferimento ufficiale alla Regione o al Presidente Schifani, né i loghi della Regione o del Comune di Palermo sono comparsi nelle grafiche o nei materiali promozionali. Solo qualche accenno è emerso dal web. La presenza costante del marchio “Sicily by Car”, riconducibile a Tommaso Dragotto, ha fatto sorgere il sospetto che l’iniziativa benefica fosse in realtà una strategia di marketing travestita da solidarietà.
Il dubbio che sorge spontaneo è: in che misura questi fondi pubblici sono stati realmente destinati ai bambini? Quali sono i costi effettivi dell’evento, tra logistica, ospiti, promozione e altre voci di spesa? E, soprattutto, perché la Regione non è stata menzionata, nonostante il sostegno economico? Se l’obiettivo fosse davvero benefico, dovrebbe esserci trasparenza totale nei bilanci.
Il caso Galvagno e i 100mila euro
Nel frattempo, la Procura di Palermo ha avviato un’inchiesta che coinvolge il presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, accusato di corruzione per aver favorito finanziamenti pubblici in cambio di incarichi retribuiti a suoi collaboratori, tra cui un Il finanziamento da 100.000 euro alla Fondazione Tommaso Dragotto è stato erogato nel dicembre 2023 dall’Assessorato regionale alle Politiche Sociali per l’iniziativa “Un magico Natale”, destinata a ragazzi a rischio di marginalità sociale. Gli eventi si sono svolti il 20 e il 21 dicembre 2023 al Teatro Politeama di Palermo e al Teatro Bellini di Catania . Sebbene la Fondazione abbia negato ogni coinvolgimento illecito, la vicenda solleva ancora dubbi sul piano etico e istituzionale. Anche per la cena della Fondazione Bellisario sarebbe stato richiesto un finanziamento pubblico di 10.000 euro.
Beneficenza o business?
Il quesito legittimo che emerge da tutta questa vicenda è: quanto c’è di beneficenza e quanto c’è di business? La Regione Siciliana ha finanziato un evento che, pur avendo una finalità dichiarata benefica, è stato ampiamente sponsorizzato da un’impresa privata. La trasparenza è fondamentale per evitare che il confine tra beneficenza e marketing si faccia troppo sottile. L’utilizzo di fondi pubblici, destinati a scopi sociali, dovrebbe essere accompagnato da un’accurata rendicontazione e da una chiara destinazione delle risorse, per garantire che gli aiuti arrivino effettivamente alla missione del progetto a chi ne ha bisogno. È possibile che, dietro la facciata della solidarietà, si nasconda una strategia commerciale mirata a promuovere un’impresa privata con il supporto delle risorse della collettività? Se si vogliono ottenere risultati reali a beneficio della comunità, è necessario evitare qualsiasi ambiguità che possa far pensare a un interesse più commerciale che filantropico.
Il caso Ferragni insegna, dove beneficenza e visibilità commerciale si intrecciano?
Un consiglio (non richiesto)
Se Tommaso Dragotto ha davvero a cuore la causa, un primo passo verso la trasparenza sarebbe la pubblicazione di un bilancio dettagliato e certificato, con la chiara indicazione di quanto è stato speso, da chi, per cosa e, soprattutto, quanto è stato effettivamente devoluto all’ospedale pediatrico.
In fin dei conti, la beneficenza si fa con il cuore, non con i fondi pubblici e le passerelle mediatiche.
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