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Tirrito: “Le continue scarcerazioni dei boss mafiosi sono un oltraggio alle vittime di Cosa Nostra”

“Pensavamo che con il cambio al vertice del Dap (Dipartimento di Amministrazione penitenziaria) sarebbe finita la scarcerazione a tappeto di boss mafiosi,  e invece dobbiamo registrare l’uscita dai penitenziari anche di Franco Cataldo, 85 anni, condannato all’ergastolo per concorso nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bimbo sciolto nell’acido”. La dichiarazione, gonfia di rabbia e amarezza, è di Maricetta Tirrito, portavoce del Cogi (Comitato dei collaboratori di giustizia).
“Una notizia – sottolinea Tirrito – che provoca sgomento, la testimonianza che le scarcerazioni continuano. Cosa sta accadendo? Sembra di essere tornati alla stagione degli accordi, dei segreti e delle infamie; quando lo stato e la mafia apparentemente lottavano, ma sotto sotto stringevano accordi. Ora Bonafede fa l’ennesimo annuncio di revisione della norma scarcera-boss, ma non posso avere fiducia nei gesti di questo ministro che fa errori a ripetizione. Ricordiamoci – prosegue – che il 41 bis nasceva per la necessità di interrompere la comunicazione e la trasmissione di ordini e poteri. Esattamente il contrario di ciò che sta accadendo con la re-immissione dei boss mafiosi nel tessuto sociale di origine. Quest’anno, tra pochi giorni, sarà il 23 maggio, giorno della commemorazione della morte del magistrato Giovanni Falcone e di Francesca Morvillo, oltre agli uomini della scorta. Voglio proprio vedere che frasi quest’anno avranno il coraggio di pronunciare – conclude – quando cercheranno di fare passerella sui morti che stanno oltraggiando con questi gesti”.

Filippo Virzì

Giornalista radio/televisivo freelance, esperto in comunicazione integrata multimediale.

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