Corsa alla crudeltà: la LAV dichiara guerra alle corse clandestine

Animali drogati, strade occupate e mafia dietro le gare. Parte la petizione per una legge che dica basta

È inaccettabile che in pieno ventunesimo secolo continuiamo a tollerare che esseri viventi siano spinti a gare mortali per il profitto e il prestigio, ridotti a strumenti di potere e spettacolo. Le corse clandestine di cavalli sono un atto di violenza sistemica: i cavalli vengono imbottiti di sostanze, frustati, rinchiusi in condizioni disumane. Questo non è sport, è tortura con il “signature” della criminalità mafiosa.

Un fenomeno criminale che devasta il Sud (e non solo)

Le corse clandestine di cavalli non rappresentano episodi isolati ma veri e propri eventi criminali organizzati, in cui l’illegalità si manifesta in ogni fase, dal reclutamento degli animali alla gestione delle scommesse. Il Rapporto Zoomafia LAV 2025 documenta come nel 2024 le forze dell’ordine siano intervenute in 17 occasioni, denunciando 7 gare clandestine, 70 persone e sequestrando 29 cavalli e un pony. Dal 1998 al 2024, l’Osservatorio Zoomafia LAV ha registrato 4324 denunce, 1430 cavalli sequestrati e 165 corse bloccate, segno di un fenomeno radicato e sistematico.

Il Sud Italia resta l’epicentro di questa piaga, con Catania, Palermo, Messina e Ragusa come aree più colpite, ma il fenomeno si estende anche al Centro, coinvolgendo Lazio e Abruzzo. In Sicilia, in particolare, le organizzazioni mafiose gestiscono e finanziano le corse per consolidare il proprio controllo sul territorio, riciclare denaro e affermare potere e prestigio attraverso la violenza e lo sfruttamento degli animali.

Le proposte della Commissione parlamentare: un cambio necessario

La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle zoomafie, ha avanzato una serie di misure concrete per dotare lo Stato degli strumenti oggi mancanti. Le proposte prevedono di riconoscere il carattere criminale e lucrativo delle corse clandestine, consentendo così l’uso di intercettazioni telefoniche nelle indagini, e di autorizzare l’impiego di agenti sotto copertura, attualmente vietato dalla normativa.

Si chiede inoltre di inasprire le pene per gli organizzatori, di introdurre sanzioni penali per chi diffonde online video che mostrano maltrattamenti, anche se non ne è l’autore, e di istituire centri di recupero protetti per i cavalli sequestrati. La Commissione propone anche di demolire le stalle abusive, creare una banca dati interforze sui reati contro gli animali e avviare percorsi di formazione specialistica per le forze dell’ordine.

Un approccio che segna un vero cambio di rotta: non basta più sanzionare, serve intervenire sul tessuto criminale e infrastrutturale che alimenta e protegge le gare clandestine.

Le dichiarazioni: LAV chiede agire ora

La petizione lanciata da LAV (clicca qui) è rivolta a Ministro della Giustizia Carlo Nordio, Presidente del Senato Ignazio La Russa, Presidente della Camera Lorenzo Fontana e ai Capigruppo della Commissione Giustizia.

“È necessario agire sulla prevenzione, rafforzare gli strumenti investigativi, inasprire le pene, colpire le infrastrutture criminali per smantellare le radici profonde di un fenomeno che lede legalità e diritti degli animali” –  Gianluca Felicett, presidente LAV.

Dallo sfruttamento all’esibizione criminale

Dietro le corse clandestine di cavalli si muove una macchina criminale complessa. Gli organizzatori occupano illegalmente le strade pubbliche, schierano uomini e mezzi per garantire la “sicurezza” delle gare e trasformano i video delle corse in veri e propri rituali collettivi diffusi sui social. Durante queste gare, i cavalli vengono drogati con sostanze vietate, frustati e sottoposti a sforzi estremi, costretti a correre su piste improvvisate e pericolose, spesso asfaltate, dove ogni gara può diventare una condanna.

In Catania, ad esempio, gli organizzatori hanno inscenato corse in pieno giorno, esplodendo colpi di pistola in aria per dare il via alle gare, mentre i video di questi episodi circolavano online come se fossero spettacoli da celebrare anziché crimini da punire.

Non accetteremo più l’impunità

La LAV insiste: il Parlamento e il Governo devono recepire le proposte della Commissione con una legge organica e forte, che trasformi il contrasto alle corse clandestine in una priorità nazionale. Non possiamo più accontentarci di interventi sporadici o interventi spot.

La redazione, ovviamente, partecipa.

La nostra redazione sarà sempre dalla parte dei cavalli e degli animali. Raccontiamo storie, indaghiamo le vicende locali, come la questione delle carrozze a Palermo (clicca qui per leggere di più), per fare informazione che diventi strumento di tutela e cambiamento. Non smetteremo mai di dare voce a chi sta nel silenzio della violenza, e vigileremo con attenzione su ogni passo che le istituzioni decideranno di compiere.

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