
A dichiararlo sono gli europarlamentari del Movimento Cinque Stelle Ignazio Corrao e Laura Ferrara, che hanno preso parte al dibattito Restarting the Future, il progetto di programma europeo contro la corruzione, la mafia e la criminalità organizzata da Libera e presentato le scorse ore al Parlamento Ue di Bruxelles in occasione della giornata mondiale contro la corruzione.
“Tutto questo – continuano i deputati – fa il paio con i recentissimi scandali riguardanti il Mose di Venezia e l’Expo di Milano. In tutti questi casi la corruzione è il collante dei sistemi criminali al cui interno si trovano intere classi politiche locali e nazionali, funzionari pubblici infedeli, imprenditori e affaristi senza scrupoli, mafie e manovalanza criminale. Sembra che il solo argine rimasto sia la Magistratura. Eppure da tempo la Commissione Europea ci richiama per i limiti della nostra legislazione anticorruzione. Le richieste sono sempre le stesse, mai evase dalla politica italiana, nonostante le dure parole di condanna all’indomani delle notizie di avvio indagini e arresti: colmare le lacune della disciplina della prescrizione; rafforzare le disposizioni in materia di corruzione nel settore di privato e di tutela dei whistleblowers sia nel pubblico che nel privato; intervenire per la risoluzione dei conflitti di interesse; introdurre codici di comportamento e adeguate sanzioni per le cariche elettive a livello nazionale e locale; introdurre una rigida normativa per il controllo del finanziamento dei partiti politici; estendere i poteri e sviluppare la capacità dell’autorità nazionale anticorruzione; rendere più trasparenti gli appalti pubblici, prima e dopo l’aggiudicazione”.
Dati alla mano, l’Italia paga un danno annuo della corruzione, stimato in 60 miliardi di euro.
“Per questo – concludono Corrao e Ferrara – saremo al fianco della società civile per costringere il Governo e il Parlamento italiano ad intervenire tempestivamente”.