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CISAL Catania: “Morti sul lavoro, una ferita aperta. Il Primo Maggio sia impegno per la sicurezza”

I settori più colpiti continuano a essere edilizia, agricoltura, industria e servizi

In occasione della Festa dei Lavoratori, la CISAL di Catania lancia un appello forte e chiaro contro la piaga delle morti sul lavoro, una tragedia ancora troppo presente nel tessuto produttivo italiano. Con parole cariche di dolore e determinazione, Giovanni Lo Schiavo, responsabile provinciale del sindacato, ha acceso i riflettori su una realtà che continua a mietere vittime nell’indifferenza generale.

“La sicurezza nei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane”, ha dichiarato Lo Schiavo. “Ogni vita persa durante il proprio lavoro è una sconfitta per tutta la società. Non possiamo ignorare chi non è tornato a casa, chi è caduto mentre costruiva il proprio futuro con dignità”.

I dati sono allarmanti: secondo l’INAIL, nei primi mesi del 2024 si contano già 1.090 decessi sul lavoro, in aumento del 5% rispetto al 2023. Numeri che non comprendono le vittime del lavoro nero, dove spesso tragedie e violazioni restano invisibili. I settori più colpiti continuano a essere edilizia, agricoltura, industria e servizi.

Per Lo Schiavo, le cause affondano anche in un contesto socio-economico segnato da precarietà, insicurezza e carenza di tutele, soprattutto per giovani, donne e disoccupati. “La qualità del lavoro è peggiorata – spiega – e il prezzo lo pagano i più vulnerabili. Non possiamo accettare che la produttività venga anteposta alla vita umana”.

Da qui l’invito a un impegno corale: “È necessaria una strategia integrata di prevenzione che coinvolga istituzioni, imprese, scuole e cittadini. Servono più controlli, formazione continua, investimenti in tecnologie e una vera cultura della sicurezza, che cominci già dai banchi di scuola”.

Nel giorno simbolico del 1° Maggio, la CISAL Catania richiama alla memoria le vittime del lavoro e ribadisce il significato profondo della ricorrenza: “Non è solo una festa – conclude Lo Schiavo – ma un’occasione di riflessione e rinnovato impegno. Il lavoro deve tornare a essere sinonimo di dignità e non di pericolo”.

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