CronacaPrimo PianoSicilia

Bernardini de Pace: «La Flotilla non rappresenta Milano, restituirò l’Ambrogino d’Oro”

L’avvocato critica la proposta di Pd e Verdi e definisce la Flotilla una provocazione politica lontana dai valori civici

Una presa di posizione netta e argomentata quella dell’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, che con una lettera indirizzata al sindaco Giuseppe Sala ha espresso il proprio sdegno per la proposta di conferire l’Ambrogino d’Oro alla Global Sumud Flotilla, avanzata dalla consigliera Beatrice Uguccioni del Partito Democratico insieme ai Verdi-Sinistra.

Nel suo intervento, Bernardini de Pace, insignita dell’Ambrogino nel 2015 per le sue importanti battaglie di diritto e di cultura civile a sostegno delle donne, delle coppie e di chi affronta il percorso di separazione e divorzio, affida alla lettera parole nette e senza esitazioni:

Nel testo, Bernardini de Pace definisce la Global Sumud Flotilla “una provocazione politica promossa da movimenti ambiguamente pro-Palestina e sostenuta da circuiti di finanziamento non trasparenti“.

A suo avviso, “questa iniziativa non ha nulla di umanitario: non ha distribuito cibo, non ha soccorso civili, non ha portato aiuti concreti, ma ha soltanto messo in scena un’azione mediatica, ai limiti della legalità internazionale”

“Caro sindaco, ho appreso con sconcerto che il Partito Democratico e Verdi-Sinistra hanno proposto la candidatura della Global Sumud Flotilla per il prossimo Ambrogino d’Oro, l’onorificenza destinata da Milano (quindi da tutti i milanesi) ai cittadini che, con impegno civico, hanno dato lustro alla città. Questa iniziativa è gravemente inopportuna e profondamente offensiva per il significato che l’onorificenza dovrebbe conservare: premiare chi, con impegno autentico, ha onorato la città di Milano”

L’avvocato afferma come la cosiddetta “flottiglia” non rappresenti in alcun modo i valori di solidarietà e civismo che il riconoscimento dovrebbe celebrare:

“La cosiddetta flottiglia (promossa da movimenti ambiguamente pro-Palestina e da circuiti di finanziamenti non trasparenti) non ha distribuito cibo, non ha soccorso civili: ha messo in scena una provocazione politica, con finalità simboliche e mediatiche, ai limiti della legalità internazionale. Tutto questo non ha nulla a che vedere con il senso civico, la solidarietà o la promozione dell’immagine di Milano nel mondo. L’antisemitismo mi fa orrore, anche perché tipico delle persone ignoranti”

Bernardini de Pace aggiunge un passaggio particolarmente critico verso il rischio di normalizzare posizioni ideologiche che possono sfociare in pregiudizi:

“Ogni gesto che legittima, anche indirettamente, un’ambiguità ideologica finisce per normalizzare un clima intollerabile, nel quale il disprezzo per Israele diventa alibi per nuovi pregiudizi antiebraici. Qualora tale indecorosa candidatura dovesse essere accolta, Le comunico, sin d’ora, la mia volontà di restituire pubblicamente l’Ambrogino d’Oro, che ho ricevuto con orgoglio anni fa. Le chiedo, peraltro, di convocarmi, così da poterlo fare nello stesso giorno della cerimonia ufficiale di consegna ai rappresentanti della Flotilla, così che il mio gesto, non polemico ma etico, possa essere compreso nella sua portata simbolica”.

Una presa di posizione che alimenta un dibattito sempre più incisivo: quello sull’opportunità di premiare, con un riconoscimento civico come l’Ambrogino d’Oro, realtà che nulla hanno a che vedere con il vero spirito del volontariato o dell’impegno civile. La Flotilla, più volte contestata per la sua natura simbolica e mediatica, appare infatti lontana anni luce da ciò che l’onorificenza dovrebbe rappresentare: azioni concrete, trasparenti e realmente solidali. Premiarla significherebbe – come sottolinea Bernardini de Pace – confondere l’attivismo politico con la solidarietà autentica, e trasformare un simbolo di merito cittadino in uno strumento ideologico.

Dalla segreteria del sindaco, intanto, è arrivata una risposta ufficiale che sposta la questione in sede consiliare:

“La competenza relativa all’istruttoria delle proposte di concessione delle civiche benemerenze è del consiglio comunale. Tutte le istanze e/o osservazioni vanno quindi indirizzate alla presidenza del consiglio comunale”

Un chiarimento formale, che non chiude però il caso: la lettera di Bernardini de Pace potrebbe ora diventare un precedente politico e simbolico nel dibattito sull’uso e sul valore delle onorificenze pubbliche.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio