Avviso 7, la macumba continua: tra meno di un’ora il click day per la prenotazione delle risorse

Guida diffusa all’ultimo minuto, oggi si parte tra gastrite e ulcera per gli enti di formazione siciliani.

Avviso 7, la macumba continua: tra meno di un’ora il click day per la prenotazione delle risorse

Guida operativa pubblicata solo alla vigilia, oggi la lotteria della prenotazione delle somme

Per il comparto della formazione in Sicilia è come una croce. Non basta la fatica quotidiana di gestire corsi, bandi, docenti e discenti. Ci pensa la Regione a condire il tutto con un pizzico di sadismo organizzativo. Mai una programmazione costante, mai una piattaforma che resti la stessa, mai un calendario che dia respiro. È un continuo rincorrersi in emergenze e urgenze, con il fiato sospeso e la certezza che prima o poi arriverà l’ennesima sorpresa. Qualcuno, da anni, parla di macumba: e in effetti sembra proprio così.

Oggi alle 12 il click day

Sono le 10:50. Mancano meno di novanta minuti all’apertura della piattaforma per la prenotazione delle risorse dell’Avviso 7. Un passaggio decisivo, quasi da dentro o fuori, per gli enti che hanno già completato la progettazione esecutiva e che adesso devono blindare le somme per poter partire davvero con i corsi.

Peccato che la guida operativa sia stata resa disponibile solo ieri pomeriggio, alle 17:30, quando gli uffici erano già chiusi e molti operatori avevano ormai spento i computer. Una comunicazione a orologeria, che ha lasciato gli enti a prepararsi alla cieca fino all’ultimo secondo utile.

Così, invece di una programmazione ordinata e trasparente, la formazione siciliana si gioca sul filo del cronometro: chi clicca prima ce la fa, chi arriva un istante dopo rischia di restare fuori. Non è selezione di qualità, ma una vera e propria lotteria digitale, con tanto di ansia da click e dita pronte a scattare sul mouse come in una competizione olimpica.

Il paradosso è che si tratta di risorse pubbliche fondamentali per dare opportunità a disoccupati e giovani, trattate però come fossero biglietti vincenti di un concorso a premi.

Ferragosto: trovare corsisti

E poi c’è la domanda delle domande: come si fa a trovare corsisti ad agosto?
Chi è che, in piena estate, pensa a iscriversi a un corso di formazione? Mentre le spiagge sono affollate, i lidi fanno affari e la gente sogna vacanze e sagre di paese, gli enti dovrebbero andare a caccia di disoccupati disponibili a compilare moduli e consegnare documenti.

È una missione impossibile: uffici pubblici chiusi, patronati deserti, agenzie del lavoro con personale ridotto all’osso. Persino chi sarebbe interessato non ha la minima voglia di imbarcarsi in burocrazie ferragostane. E allora come si risolve? Con il solito miracolo all’italiana: un colpo di telefono, un contatto personale, la speranza di convincere qualcuno a fermare la grigliata per firmare un modulo.

Una scena tragicomica che si ripete ogni anno, dove la serietà della formazione si mescola al paradosso di cercare allievi come fossero turisti last minute, tra una prenotazione vacanziera e una partita a beach volley. Se questa non è macumba, poco ci manca.

Già a metà agosto erano stati confermati i corsi approvati, con la possibilità di reclutare corsisti, selezionare docenti e avviare convenzioni per gli stage. Naturalmente, tutto in pieno periodo di ferie. Ormai è diventata una tradizione: i bandi più importanti si pubblicano sotto l’ombrellone, così chi lavora in formazione può godersi l’estate bestemmiando in silenzio.

Le piattaforme del desiderio perduto

E poi ci sono loro, le mitiche piattaforme digitali. Mai una che resti la stessa, mai una che venga perfezionata e riutilizzata. No, ogni volta bisogna ricominciare da capo, inventarne una nuova, con relativi bug, aggiornamenti lampo e guide da studiare all’ultimo minuto. Una specie di rito collettivo: smanettare tra schermate incomprensibili e campi che non si salvano, mentre il cronometro corre.

Il risultato è sempre identico: collaudi a ridosso delle scadenze, caricamenti che si bloccano, ricevute che non arrivano, enti nel panico. Non è digitalizzazione, è una roulette russa digitale, dove al posto della pallottola ci sono errori di sistema e password che non funzionano.

La verità è che ogni nuova piattaforma somiglia al desiderio perduto: la speranza che “stavolta andrà tutto liscio” dura lo spazio di un login, poi torna la solita rassegnazione. Gli enti sanno già che passeranno ore a cliccare, ricaricare, inviare PEC di segnalazione. E intanto si chiedono: se un sistema in passato ha funzionato bene, perché mai abbandonarlo?

È la logica dell’improvvisazione: invece di consolidare strumenti efficaci, si preferisce ripartire da zero, condannando centinaia di operatori a diventare beta tester inconsapevoli. Solo che qui non si parla di videogiochi, ma di risorse pubbliche, di lavoro vero, di corsi che dovrebbero partire e dare risposte a migliaia di cittadini.

I ritardi che gridano vendetta

Nel frattempo, mentre oggi si corre contro il tempo per prenotare le risorse della nuova finestra, molti enti aspettano ancora il saldo del precedente Avviso 7, prima edizione. Soldi mai arrivati, corsi già conclusi e operatori che hanno lavorato senza vedere un euro. A questo si aggiunge la beffa degli attestati per i corsisti, che ancora non sono stati consegnati: allievi che hanno studiato, sostenuto esami e completato ore di lezione restano senza il documento che certifica il loro percorso.

È il solito paradosso siciliano: si apre un nuovo bando quando il precedente non è stato ancora chiuso. Un accumulo di ritardi che non solo toglie credibilità al sistema, ma mina anche la fiducia degli stessi utenti finali. Come può un giovane credere nella formazione professionale se a distanza di mesi non riceve neppure l’attestato promesso?

Gli enti, intanto, si arrangiano: anticipano fondi, pagano docenti e collaboratori, cercano di non interrompere i servizi. Ma lo fanno a loro rischio e pericolo, con la speranza che prima o poi il saldo arrivi. La rabbia cresce, la rassegnazione pure. Perché la sensazione è sempre la stessa: in Sicilia la formazione vive in un eterno limbo burocratico, dove nulla viene chiuso, ma tutto si trascina, tra scadenze nuove e vecchi conti in sospeso.

E mentre si inaugura il click day, resta l’amaro in bocca: come si può costruire il futuro quando il passato non è stato ancora pagato?

Signori, benvenuti in Sicilia.

Dove la formazione non è una politica pubblica, ma una prova di resistenza fisica, psicologica e – perché no – anche cardiaca. Non servono programmi di wellness aziendale: basta iscriversi a un avviso regionale per allenare cuore, fegato e nervi.

E adesso in bocca al lupo a tutti gli enti siciliani: sono quasi le 12, il click day sta per scattare, e tutto procede tra gastrite e ulcera, soprattutto per gli enti più antichi che, dopo decenni di sopravvivenza, continuano a vivere ogni bando come se fosse l’ultima battaglia.

C’è chi ha preparato il cronometro, chi ha fatto scorta di caffè, chi ha già allertato l’informatico di fiducia. Non è una competizione per finanziare la qualità, ma una gara di resistenza. Una specie di Olimpiade al contrario: vince chi regge più stress, non chi porta innovazione e competenze.

Benvenuti ancora una volta nel grande spettacolo della formazione siciliana: tra scadenze impossibili, piattaforme ballerine e guide arrivate all’ultimo minuto, l’unica certezza è che a perdere non sono solo gli enti, ma tutta la comunità che avrebbe diritto a corsi seri, pagati e certificati nei tempi giusti.

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