Amata e la Signora Dragotto, chiuse le indagini: la Procura ipotizza un intreccio tra fondi pubblici e rapporti personali
L’assessora regionale al Turismo al centro di un’inchiesta che coinvolge anche la famiglia dell’imprenditrice Marcella Cannariato moglie di Tommaso Dragotto.
Palermo – 9 luglio 2025. La Procura di Palermo ha notificato la chiusura delle indagini su un presunto sistema di scambi tra politica e imprenditoria, che vedrebbe coinvolta l’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata, e la famiglia dell’imprenditrice Laura Dragotto.
Ipotesi investigative: fondi, rapporti personali e intercettazioni clamorose
Secondo quanto riportato dagli inquirenti, nella conversazione intercettata del 16 febbraio 2024 Caterina Marcella Cannariato, moglie dell’imprenditore Tommaso Dragotto, si era lamentata del fatto che Amata – o la sua segretaria – non potesse più esprimersi liberamente a causa della sua influenza, dicendo, con toni ironici e intimidatori:
«Elvira Amata non può dire più niente, lei di no non me lo può dire perché la scanno viva». La frase è stata confermata da più fonti.
Il quadro dell’accusa: favoritismi e relazioni incrociate
Nella rete ipotizzata dalla Procura, emergerebbe un presunto “patto di scambio” in cui ruoli pubblici e interessi privati si sarebbero confusi. Secondo le carte, alcune richieste di fondi pubblici, pari a 10.000 e 30.000 euro, sarebbero state indirizzate alla Regione Siciliana da parte di soggetti legati alla Fondazione Dragotto…
Dettagli sulle utilità e meccanismi corruttivi
Tra le presunte utilità, spiccano:
- Assunzione per sei mesi del nipote di Amata presso A&C Broker (società della Cannariato);
- Ospitalità gratuita in due appartamenti per Amata e la sua segretaria;
- Auto e buoni benzina (1.100 €) per la campagna elettorale delle Europee 2024;
- 18.000 € per consulenze al capo di gabinetto vicario Pippo Martino;
- Finanziamenti di 30.000 € alla Fondazione Bellisario e di 10.000 € alla Fondazione Dragotto.
Tutte le ipotesi si basano su gravi elementi di prova acquisiti dagli atti della Guardia di Finanza e notificati dalla Procura.
Attualmente, non risulta alcuna condanna e l’assessora Amata, insieme agli altri indagati, è da considerarsi non colpevole fino a sentenza definitiva.
Prossimi passi: dalla memoria difensiva al possibile rinvio a giudizio
Uno scenario ancora aperto: altri sviluppi attesi
Sebbene le indagini su questo filone si avviino alla fase conclusiva, non sembrerebbe affatto che la vicenda sia destinata a chiudersi qui. Da ambienti investigativi trapela che nuovi approfondimenti sarebbero già in corso su altri episodi e soggetti collegati, con il rischio concreto che il perimetro dell’inchiesta possa estendersi ulteriormente. Le carte in mano alla Procura conterrebbero infatti riferimenti a eventi e relazioni istituzionali non ancora ufficialmente analizzati, lasciando intendere che la rete di interessi su cui si sta indagando potrebbe rivelarsi più ampia del previsto. La sensazione, condivisa anche in ambienti politici, è che si sia solo all’inizio di un’indagine che rischia di coinvolgere nuove figure, anche
Con la chiusura delle indagini preliminari, le parti avranno la possibilità di depositare memorie difensive. Solo allora si deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o archiviare il caso.

