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Almaviva, Inzerillo attacca sui licenziamenti: «Promesse disattese, ora si acceleri sulla ricollocazione»

Il consigliere comunale di Palermo chiede al presidente Schifani di intensificare gli sforzi per dare nuova prospettiva ai lavoratori del servizio 1500

Palermo, 14 maggio 2025 – «Un silenzio assordante, interrotto solo da promesse mai mantenute»: così il consigliere comunale di Palermo Gianluca Inzerillo commenta con amarezza l’avvio delle procedure di licenziamento dei lavoratori Almaviva impegnati fino a poco tempo fa nel servizio sanitario d’emergenza 1500, attivato durante la pandemia.

Inzerillo, che ha rappresentato il Comune di Palermo ai tavoli tecnici a Roma su delega del sindaco, ha sottolineato il paradosso di una crisi occupazionale che colpisce proprio quei lavoratori che, nel momento più difficile della storia recente del Paese, «hanno risposto con dedizione e senso dello Stato», garantendo un servizio essenziale di informazione e supporto alla popolazione.

«Nonostante il riconoscimento unanime del valore del loro operato – dichiara Inzerillo – questi professionisti vengono ora lasciati soli. Ho constatato personalmente la superficialità con cui i ministeri competenti hanno gestito la situazione, fino a scaricare la responsabilità sulla Regione Siciliana. E trovo ancora più grave che qualcuno abbia tentato di usare questa vicenda come strumento di propaganda elettorale, giocando con la vita e il futuro di centinaia di famiglie».

In passato, Inzerillo aveva già sollecitato l’intervento delle istituzioni nazionali attraverso una lettera aperta ai ministri, chiedendo una soluzione strutturale. Oggi, però, rivolge un appello al presidente della Regione Renato Schifani, riconosciuto come unico interlocutore “attento e concreto” nella vicenda: «Si acceleri – incalza Inzerillo – il percorso di ricollocazione già avviato, per restituire dignità e sicurezza economica a lavoratori che da mesi vivono nell’incertezza più assoluta».

I lavoratori Almaviva del servizio 1500, in gran parte residenti a Palermo, rappresentano una delle tante vertenze occupazionali irrisolte in Sicilia, e la loro vicenda si aggiunge a un contesto già critico per l’economia e il lavoro nel Mezzogiorno.

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