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ALLA PICCOLA ELENA DEL POZZO. LA LETTERA APERTA DI NICOLÒ MANNINO

"SOCIETÀ ASSASSINA, RIFLETTI". Le parole di Nicolò Mannino rivolte alla piccola Elena uccisa a soli 5 anni

ALLA PICCOLA ELENA DEL POZZO. LA LETTERA APERTA DI NICOLÒ MANNINO

A pochi giorni dal ritrovamento del corpicino martoriato della piccola Elena Del Pozzo, la bambina di cinque anni dapprima  presumibilmente rapita  in terra catanese, come denunciato alle forze dell’ordine dalla madre, la stessa madre che però successivamente, dopo un lungo e pressante interrogatorio, ha condotto i militari dinnanzi al corpicino senza vita della piccola, in aperta campagna non lontano dalla casa dove abitava, non cessa lo sgomento della collettività, piuttosto crescono indignazione, paura, sfiducia, allerta nei confronti di una società ormai troppo malata che ci sottopone a “prove emotive” troppo pesanti e difficili da “digerire”.

Molti gli sfoghi, molti a chiedersi perché, come si può, molti a cercare giustificazioni per un gesto così freddamente efferato nei confronti della propria figlioletta, molti a condannare senza possibilità di replica alcuna.

Non ci rimane altro da fare, se non attendere che la giustizia faccia il suo corso.

Nel frattempo, nel dolore profondo che colpisce anche la nostra redazione, ci pervengono diversi pensieri e commenti, tra questi la lettera del professore Nicolò Mannino Presidente del Parlamento della legalità internazionale che dopo una lunga meditazione ha deciso di prendere carta e penna e indirizzare alla piccola Elena “un abbraccio” a nome di tutto il Parlamento della legalità internazionale.

La lettera recita: «Ciao piccolo angelo volato via, ti abbracciamo e ti consegniamo fra le braccia di papà Dio. Perdonaci Elena per essere stati animali senza nessun senso di pietà. Ti abbiamo insegnato che i cartoni animati sono un gioco che distrae, ma anche che la mano assassina degli “umani” scrive solo horror. Perdonaci se distratti e superficiali ci limitiamo ad assassinare l’infanzia tradendo sogni e la bellezza».

Nicolò Mannino sottolinea inoltre: «In una società assassina, in una famiglia che diventa sempre più isola nell’isola bisogna fermare tutto e sentire il pianto dei piccoli e il loro urlo. Ci si creda o no, si pagherà tutto al cospetto di Dio» 

Continuano comunque le indagini dei Carabinieri e della Procura di Catania in quanto sembra prendere sempre più forza il sospetto che Martina Patti, madre di Elena, potrebbe aver agito con la complicità di una seconda persona.

Rimangono ancora oscuri alcuni punti della vicenda. Si attendono l’esito dell’autopsia sul corpicino di Elena e l’interrogatorio per la convalida di fermo che dovrebbe avere luogo il 17 giugno.

 

 

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