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Afghanistan, il Generale Tricarico: “fermate i macellai Talebani.

Boccia la politica degli USA e l’attuale Alleanza Atlantica

Chi è il Generale Leonardo Tricarico? E’ stato Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana fino al 2006, per anni consigliere militare a Palazzo Chigi e ora è presidente della Fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analysis), ente che si occupa in modo innovativo dei temi della sicurezza, della difesa e dell’intelligence. Ha seguito anche personalmente la maggior parte delle principali missioni militari italiane. Intervistato dal Tempo, da eccellente militare non ama parlare in politichese al contrario è molto schietto su ciò che in questi giorni sta accadendo in Afghanistan, un Paese che ha conosciuto da vicino quado a capo della Forza Armata andò a trovare i suoi uomini nella in visita alla Forward Support Base di Herat.

Talebani al Palazzo Presidenziale

Per il Generale Leonardo Tricarico la missione in Afghanistan “mostrava da tempo gli indizi inequivocabili del fallimento”. Un paese che è tonato nelle mani dei talebani prima ancora che gli Stati Uniti potessero lasciarlo del tutto. La comunità internazionale come dovrebbe muoversi in Afghanistan? “Bisogna mettere a punto una strategia che possa imporre ai talebani dei comportamenti che tengano presente le conquiste che noi abbiamo fatto in Afghanistan in questi venti anni”. Sarebbe necessario comprendere come evitare che i talebani facciano ripiombare il paese nel Medio Evo, e l’Italia deve essere tra le protagonista di questo processo. “Una soluzione è quella di convocare il G20 di cui l’Italia è presidente di turno – ha dichiarato l’ex capo di Stato Maggiore – se la riunione la convoca Mario Draghi non è certo come se la convocasse Giuseppe Conte, Matteo Renzi o Paolo Gentiloni. Il che vuol dire che va sfruttato questo momento della nostra presidenza”. In che modo? “Prendendo noi l’iniziativa – ha dichiarato il generale Tricarico al Tempo – attraverso un documento da approvare, tenendo conto della sensibilità di tutti, scatenando poi gli sherpa in modo tale da poterlo negoziare dietro le quinte e quindi farlo approvare per fermare questi ‘macellai’”.

L’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Gen. Leonardo Tricarico in Afghanistan

Gli è stato chiesto se la riconquista dei talebani dell’Afghanistan può definirsi un fallimento della NATO? “Quando si dice NATO si dice Stati Uniti, essendo gli azionisti di maggioranza di questa Alleanza. Tuttavia, credo che sia giunto il momento anche per noi – ammesso che ci vogliamo dare una svegliata – di prendere in mano la sicurezza del Continente, dei nostri Paesi, rimboccandoci le maniche ripartendo proprio da una rifondazione della Nato, in quanto, finora, così com’ è non serve. E servita ai presunti scopi statunitensi, ma speriamo ora che la nostra voce possa avere un altro “peso” per riscrivere l’Alleanza”. Da dove si dovrebbe ripartire? “La NATO non dovrebbe essere più un’Alleanza di difesa, come detta l’art. 5. Potremmo definire il nuovo ruolo come “gendarmi del mondo”. Un ruolo esteso anche ad altri Paesi e asservito a un processo decisionale che miri al meglio a nuovi obiettivi. Esempio: dovremmo disegnare una nuova NATO antiterroristica e che combatta la “guerra cibernetica”. E potremmo andare avanti. In sostanza, è possibile che la NATO serva a difendere i cieli dei Baltici… Il fatto che fino adesso tutti hanno taciuto, perché così gli Usa volevano. Ma forse è il momento di rivedere l’equilibrio di forze all’interno dell’Alleanza alla luce di questo nuovo percorso Usa oramai irreversibile”.

Le mamme che consegnano i bambini ai soldati

Al punto in cui siamo, più che le analisi, è indispensabile conoscere il contenuto degli accordi di Doha dell’aprile 2020 che l’amministrazione di Washington ha sottoscritto con i capi talebani per decidere tempi e modi del ritiro delle truppe ma soprattutto tempi e modi della gestione del paese da parte del popolo talebano. “Esattamente, Washington renda noti immediatamente, senza ulteriore indugio, gli accordi di Doha quando l’amministrazione Usa decise il disimpegno militare dall’Afghanistan. Senza questa operazione di trasparenza, ci parliamo addosso, ci stupiamo, shoccati per le immagini di persone attaccate alle ruote degli aerei che cercano di scappare da Kabul ma la comunità occidentale non avrà gli strumenti per decidere cosa fare. Ed è chiaro a tutti che non abbiamo un minuto da perdere visto che le milizie talebane stanno andando casa per casa per vendicarsi di chi in questi vent’anni ha appoggiato le missioni militari della Nato e delle Nazioni Unite”.

L’ex Capo di Stato Maggiore dell’ Aeronautica Gen. Leonardo Tricarico

Al Generale Tricarico gli è stata posta la seguente domanda…Agli italiani la missione afghana costata oltre 7 miliardi di euro. Visto i risultati, l’Italia ha qualche “mea culpa”? “L’Italia non ha tanto da battersi il petto. In Afghanistan abbiamo agito bene. Gli italiani si sono contraddistinti come una forza dal “volto buono”, interagendo con le popolazioni più di quanto abbiano fatto altri. Nessuno come noi oggi può partecipare a qualsiasi iniziativa internazionale bellica, di pacificazione o di altra natura, avendo una preparazione e professionalità di tutto rispetto. E questo nonostante siamo tra gli ultimi Paesi in merito alle risorse destinate ai sistemi militari. L’unica colpa che possiamo attribuire all’Italia, invece, è di essere andata troppo a traino di altri Paesi, non esprimendo di conseguenza una propria linea”.

Fabio Gigante

 

 

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