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Addio a Claudio Zarcone, il giornalista che non ha mai smesso di lottare per il figlio Norman

Una battaglia di giustizia civile che ha segnato Palermo. Sabato i funerali nella chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi

Claudio Zarcone, una vita spesa per la verità: Palermo perde un simbolo di impegno civile

È morto a 70 anni il giornalista e padre-coraggio che lottava per ricordare il figlio Norman

PALERMO – È morto a 70 anni Claudio Zarcone, giornalista, scrittore e simbolo di una battaglia civile iniziata nel dolore e trasformata in testimonianza pubblica. Dal giorno della tragica morte del figlio Norman Zarcone, dottorando in filosofia all’Università di Palermo, lottava per denunciare l’ipocrisia e le ingiustizie di un sistema accademico chiuso e autoreferenziale.

Un padre che ha trasformato il lutto in lotta

Era il 13 settembre 2010 quando Norman si tolse la vita gettandosi dalla finestra della Facoltà di Lettere. Un gesto estremo che il padre ha sempre definito come “un suicidio di protesta”, rivolto contro un sistema accademico opprimente, fatto di baronati, promesse mancate e carenza di meritocrazia. Da allora, Claudio ha scelto di non tacere, facendo del dolore uno strumento di denuncia, memoria e resistenza civile.

Una voce libera, anche nelle istituzioni

Giornalista di razza, Zarcone aveva lavorato per il gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale all’Assemblea Regionale Siciliana. Ma la sua notorietà si è consolidata fuori dai palazzi: nelle piazze, nelle scuole, nei media indipendenti, dov’era diventato punto di riferimento per chi crede ancora nel valore della giustizia, della coerenza e della memoria come atto politico.

Il saluto della città e il riconoscimento delle istituzioni

Numerosi i messaggi di cordoglio. Tra questi quello del sindaco di Palermo Roberto Lagalla, che lo ha ricordato come “un uomo che ha trasformato un dolore privato in una battaglia pubblica per la verità e la giustizia, nel nome della memoria del figlio e della dignità di tanti giovani”.

I funerali si terranno sabato 17 maggio alle ore 10 nella Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi, luogo simbolico scelto dalla famiglia per dare l’ultimo saluto a chi ha saputo unire il giornalismo all’impegno umano più autentico.

Claudio Zarcone non c’è più, ma resta vivo il suo esempio. Un padre, un giornalista, un cittadino che ha saputo trasformare il lutto in testimonianza. Palermo lo saluta con rispetto e gratitudine.

Una denuncia pubblica: “Mio figlio si è ucciso per i concorsi truccati”

In una toccante intervista rilasciata a Fanpage, Zarcone ha ricostruito le ragioni del suicidio del figlio Norman, puntando il dito contro un sistema universitario segnato da concorsi truccati e baronie accademiche. Parole dure, che continuano a risuonare come un atto d’accusa civile e politico: “Mio figlio non è morto per…guarda il video

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