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42 ° Anniversario dell’omicidio del Prof. Paolo Giaccone. “Una lezione da ricordare”

42° Anniversario dell’omicidio del Prof. Paolo Giaccone.

Una lezione da ricordare”

Nel giorno della cerimonia di commemorazione del Prof. Polo Giaccone, ucciso 42 anni fa da mano mafiosa, tenutasi oggi al Policlinico universitario di Palermo , il “Centro Studi” a lui dedicato lo ricorda con un intervento del suo Presidente, avv. Riccardo Maiorca, che di seguito riportiamo.

“Una lezione da ricordare.

Per molti, Palermitani e non, l’undici agosto è uno dei tanti, troppi, giorni in cui la violenza mafiosa ha macchiato la terra di sangue. In particolare, quello del Prof. Paolo Giaccone, tra le tante cose illustre professore di medicina legale, apprezzato consulente della Procura, marito e padre amorevole, Uomo attento e Cittadino consapevole.

Concluso il giorno – necessario – in cui le Istituzioni e la società Civile rendono onore alla Vittima, bisogna, però, soffermarsi su quanto tutto ciò non sia sufficiente. Prendiamo atto dell’importanza della commemorazione, certo, ma non bisogna fermarsi solo a questo.

E ciò, sia chiaro, non per sminuire o essere disfattisti, ma per una reale e forte presa di coscienza.

L’esercizio attivo della memoria deve spingere ognuno di noi a fare tesoro degli insegnamenti morali di chi ci ha preceduto, esortandoci ad un’applicazione che – lontano dall’essere vuota retorica e formalismo – è l’unico modo per vivere in una società civile.

L’unico modo per non rendere vana la morte di chi la morte non l’ha cercata è dare significato alle azioni che hanno permesso a questi Uomini di venire ricordati.

Nessuno, ovviamente, deve sentirsi chiamato al martirio, ma su tutti noi ricade l’onere e il dovere di agire.
Come fare allora? Accettando la realtà che ogni scelta conta. Ogni giorno ognuno di noi, chi più chi meno, è chiamato ad esercitare il proprio impegno morale ed ogni giorno si può dare un segnale. Alla società civile come a chi, per definizione, con la società civile non ha nulla a che fare.

Non ci sono più – per fortuna – pistole e tritolo, ma c’è il riciclaggio, lo spaccio, la corruzione; attività egualmente criminali e – se possibile – maggiormente deflagranti, perché gli effetti si riflettono su ognuno di noi. In tutti i campi. Più passano gli anni, più le mafie mutano camaleonticamente e si mimetizzano nel tessuto sociale ed economico, infettandolo.

Serve l’aiuto di tutti, allora. Dare un segnale, quindi, agire.

Agire con le Istituzioni senza facili (ed ingenerosi) pessimismi, agire per cerchi concentrici, espandendo il nostro raggio di azione e di educazione; sì, perché l’educazione alla legalità è qualcosa che si impara, si studia e si applica. E’ una materia in cui nessuno può definirsi Maestro ma in cui tutti dobbiamo costantemente esercitarci, insieme ed ovunque, per strada, nelle scuole, nelle professioni. Ecco perché l’associazionismo, l’aggregazione di soggetti mossi da un comune intento e visione, è la chiave per colmare un vuoto che è prima di tutto culturale.

Il Centro Studi “Paolo Giaccone”, fondato nel 2012 proprio con l’intento di veicolare i principi morali di un “eroe normale” come il Prof. Giaccone, va nelle scuole, organizza tavole rotonde ed iniziative nella società ed in sinergia con le Istituzioni.
Facciamo rete, rendiamo questi giorni: il 23 maggio, il 19 luglio, il 21 luglio, il 6 agosto, l’11 agosto, il 3 settembre e, purtroppo, molti altri giorni, momenti di condivisione di un messaggio comune, di legalità, che tutti questi esempi di vita ci hanno dovuto impartire. Normalizziamo la legalità.

Molto è stato fatto, altro è stato pensato, molte cose sono “in cantiere” ma non cadiamo nella tentazione del “tanto lo faranno altri”, contribuiamo.

Facciamo tesoro di una delle lezioni più importanti del Prof. Giaccone, per chi ne ha conosciuto le doti e le azioni e per chi – come me – non può che conoscerlo attraverso il suo esempio”.

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