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L’impero dei mediocri (di Ciro Lomonte)

L’impero dei mediocri (di Ciro Lomonte)

Il mondo attuale sta vivendo una fase di accelerazione della decadenza, dominata dalla mediocrità. Ciro Lomonte cita il libro “La Mediocrazia” di Alain Deneault, un filosofo canadese, che esamina la storia del nostro tempo e l’ascesa dei mediocri. Secondo l’autore, la politica è caratterizzata da un “estremo centro”, mentre nel mondo degli affari prevale la “religione del brand” e la “dittatura del buonumore”. Le università vengono criticate per l’assunzione di docenti senza qualifiche adeguate, e la politica è infiltrata da figure inesperte e prive di virtù. Nell’era della mediocrazia, le notizie rilevanti sono sostituite da quelle che “confortano”. Si afferma che i social media, manipolando le menti delle persone, sono diventati uno strumento di mediocrazia. L’antidoto a questa situazione è la libertà di pensiero e il pensiero critico, anche se sono state indebolite l’educazione scolastica, la ricerca universitaria e la stampa indipendente. Nonostante ciò, l’autore sottolinea che l’umanità ha risorse immense e invita chiunque sia consapevole del degrado attuale a contribuire responsabilmente alla rinascita della civiltà. (F. Panasci)

 

L’impero dei mediocri (di Ciro Lomonte)

Non bisogna essere complottisti né tanto meno vittime di incubi apocalittici per rendersi conto, registrando ogni giorno fatti e misfatti – dalla politica alla religione, dall’economia alla finanza, dai costumi al mondo accademico –, che siamo in una fase di accelerazione della decadenza.

Il mondo attuale è stato messo apposta in mano ai mediocri, è il loro momento. Ai mediocri è stato concesso il potere. Da chi è un altro discorso. In Italia, nell’Unione Europea, nel mondo intero, la mediocrità ha da tempo iniziato a regnare sovrana.

C’è un libro che ne parla diffusamente, forse in termini eccessivamente descrittivi, mentre sarebbe importante capirne le cause per cercare soluzioni efficaci. Si tratta del saggio del filosofo canadese Alain Deneault dal titolo “La Mediocrazia” (Neri Pozza, pp. 239, 2017).

Deneault è docente e filosofo canadese, ha scritto saggi sulle politiche governative, sui paradisi fiscali e sulla crisi del pensiero critico. Insegna Scienze Politiche presso l’Università di Montréal, oltre a collaborare con la rivista “Liberté”.

Il libro indaga sulla storia del nostro tempo e sulla scalata dei mediocri. In politica egli individua solo “un estremo centro”; nell’impresa si veicola “la religione del brand”, “il consumatore-credente”, la “dittatura del buonumore”. Nel capitolo lavoro “devitalizzato” punta il dito contro il “fare propria con naturalezza l’espressione: alti standard di qualità nella governance nel rispetto dei valori di eccellenza”.

Elenca inoltre le espressioni di cui i mediocri abusano, veri e propri mantra ripetuti senza interiorizzazione critica: “stare al gioco”, “sapersi vendere”, “essere imprenditori di sé stessi”. Dato che non c’è stata nessuna nuova rivoluzione come quella francese (anche se sotto sotto c’è il “ripartire da zero” del 1919), Alain Deneault afferma “non c’è stata nessuna presa della Bastiglia ma l’assalto è avvenuto: i mediocri hanno preso il potere”.

Il malessere sociale è evidente a tutti. Senza fare moralismi, è pur vero che c’è una pressione sociale che incoraggia a restare persone “qualunque”. Una colpa enorme l’hanno oggi le università, che spingono all’appiattimento, perché gran parte dei docenti inseriti negli ultimi decenni non hanno qualifiche adeguate e profili scientifici di alto livello. Università colluse con il potere e nessun uomo o donna di cultura. Non parliamo poi di quelli che confondono l’erudizione libresca con l’analisi approfondita, sapienziale, dei fenomeni. Nella politica sono subentrate figure sconosciute, senza nessuna virtù ed esperienza, di solito gente che non ha mai lavorato. Non contano oggi le notizie forti, ma nell’era della mediocrazia contano piuttosto le notizie che “confortano” dice lo scrittore. Alla domanda se l’inglese standard è la lingua ufficiale della mediocrazia, Deneault risponde: “L’inglese manageriale sì, e uccide l’inglese. È un suicidio linguistico parlare questa lingua quando si è anglofoni, non si può pensare il mondo nella sua complessità o qualsiasi fenomeno sociale utilizzando un vocabolario che non è utile se non alla organizzazione privata”. Figurarsi l’italiano!

È stato chiesto pure al prof. Deneault se la mediocrazia spinga verso le dittature. Risposta: “La dittatura è psicotica, la mediocrazia è perversa. Psicotica perché la dittatura non ha alcun dubbio su chi deve decidere. Hitler, Mussolini, Tito sono stati tutti personaggi ipervisibili, affascinanti, che schiacciano con le loro parole; la mediocrazia è perversa perché cerca di dissolvere l’autorità nelle persone facendo in modo che la interiorizzino e si comportino come fosse una volontà loro”.

Bisogna assolutamente immunizzarsi rispetto al contagio di quel lessico che parla di progresso, innovazione, eccellenza. Proprio qui si nasconde la mediocrazia, che ne fa un uso illimitato. I social ormai mediocratizzati ne sono il perno, al punto da manipolare la testa dei più. In periodo di elezioni è da qui che passa la manipolazione delle menti. Che amplifica ad arte attentati terroristici (veri o presunti), crisi finanziarie (vere o presunte), epidemie (vere o presunte), conflitti internazionali (veri o presunti).

L’antidoto alla mediocrazia è proprio la libertà di spirito, il pensiero critico. Non è un lavoro facile, perché sono state fatte a pezzi l’educazione scolastica, la ricerca universitaria, la collaborazione fra oasi libere della riflessione filosofica e scientifica. Mai la stampa è stata tanto servile al potere quanto adesso. Eppure la grandezza dell’animo umano ha risorse immense. Quando meno te lo aspetti comincia un processo di rinascita. Ciò non toglie che chiunque sia consapevole ed insofferente rispetto al degrado attuale si debba dare da fare responsabilmente per contribuire alla rinascita della civiltà.

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