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Imbarazzo e legalità: occupazione abusiva di Valeria Grasso

L'imprenditrice antimafia sostiene che si tratta solo di un problema burocratico che sarà risolto

Occupazione abusiva di un bene confiscato da parte di Valeria Grasso: l’Agenzia nega assegnazione ufficiale

L’imprenditrice antimafia sostiene che si tratta solo di un problema burocratico che sarà risolto

Imbarazzo e legalità: occupazione abusiva di Valeria Grasso

Palermo, 6 luglio 2023 – Valeria Grasso, nota imprenditrice antimafia e testimone di giustizia, si trova al centro di una controversia legata all’occupazione abusiva di un bene confiscato. L’Agenzia per i beni confiscati ha dichiarato di non aver mai assegnato ufficialmente l’immobile in questione a Grasso, nonostante la presenza della sua associazione “Legalità è libertà” e della palestra gestita dal figlio. La situazione è venuta alla luce dopo che un imprenditore ha denunciato di non essere stato pagato per dei lavori eseguiti all’interno del bene confiscato.

Secondo quanto riportato, nel 2014 era già stata emessa un’ordinanza di sgombero, seguita da un sollecito da parte dell’amministratore giudiziario lo scorso febbraio. Tuttavia, Grasso ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di lasciare l’immobile, sostenendo che si tratta solo di una questione burocratica che verrà risolta.

La questione riguarda un immobile situato in via Matteo Dominici 27B, a San Lorenzo, che attualmente ospita l’associazione “Legalità è libertà” e la palestra “Free Life”.

L’imprenditore Domenico D’Agati, incaricato da Valeria Grasso per dei lavori di ristrutturazione, ha denunciato di non aver ricevuto il pagamento di 35.000 euro per il suo lavoro. Successivamente, D’Agati ha ottenuto un decreto ingiuntivo nei confronti dell’associazione e ha richiesto accesso agli atti presso l’Agenzia per i beni confiscati.

L’Agenzia ha chiarito che non esiste alcun provvedimento di assegnazione dell’immobile né di autorizzazione per la sua ristrutturazione. L’imprenditrice avrebbe quindi occupato il bene senza alcun titolo legale. È emerso che i canoni d’affitto non sono stati pagati all’amministratore giudiziario e l’Agenzia non avrebbe denunciato l’occupazione abusiva.

Palermo Today, che ha iniziato per prima a trattare questa vicenda, ha cercato di ottenere dei chiarimenti dall’Agenzia, ma al momento non ha ricevuto un riscontro.

Imbarazzo e legalità

 

In risposta alle accuse, Valeria Grasso ha affermato di non aver mai pagato i canoni d’affitto poiché nessuno glieli ha mai richiesti. Ha sostenuto di essersi occupata della manutenzione e della ristrutturazione dell’immobile per un valore di 70.000 euro, ma ha specificato che si trattava di un progetto su un bene già confiscato. Grasso ha dichiarato di essere contenta che la questione sia venuta alla luce e ha ammesso di non aver ricevuto l’ordinanza di sgombero del 2014. Ha sottolineato di aver aperto la palestra con la presenza di magistrati e del sindaco, sostenendo di non poter essere considerata un’abusiva. Secondo Grasso, la confisca del bene è avvenuta quando lei era già all’interno dell’immobile. Ha sottolineato di aver svolto investimenti a proprie spese, come richiesto dalla Commissione antimafia, e di possedere un progetto realizzato in collaborazione con il ministero, anche se non ha a disposizione un documento ufficiale che attesti la sua assegnazione.

Grasso ha ribadito che l’occupazione dell’immobile è solo una questione burocratica e che sta collaborando con l’Agenzia per trovare le carte e fornire prove dei pagamenti sostenuti nel corso degli anni. Ha evidenziato che il luogo è di importanza cruciale per la città di Palermo, in quanto è stato utilizzato per denunciare la criminalità organizzata, avendo avuto anche la presenza delle autorità competenti. Ha ammesso che non possiede un titolo formale per l’occupazione, ma ha sottolineato che considera la situazione una vittoria personale se l’Agenzia deciderà di farla uscire per destinare l’immobile ad altri scopi, poiché non avrebbe ottemperato a richieste provenienti dalla mafia.

La questione dell’occupazione abusiva dell’immobile confiscato da parte di Valeria Grasso rimane irrisolta, con l’Agenzia per i beni confiscati che non ha ancora fornito chiarimenti su eventuali provvedimenti presi o denunce presentate. Sarà necessario approfondire ulteriormente l’indagine per stabilire chi abbia realmente diritto di occupare il bene e se siano stati commessi abusi nella gestione dell’immobile confiscato.

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