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La violenza di Gianluca Paul Seung: chi è l’uomo arrestato per l’omicidio della psichiatra di Pisa

La vicenda di Gianluca Paul Seung: una storia di violenza e squilibri mentali.

Una tragedia che non doveva accadere, ma in Italia sembra ormai tutto è possibile. Anche perché questo non è un caso isolato.

Chi è l’assassino di Pisa? Da quello che esce dalla carte processuali certamente uno pericoloso criminale malato lasciato libero malgrado il buon curriculum.

Gianluca Paul Seung, il trentacinquenne arrestato per l’aggressione alla dottoressa Barbara Capovani, psichiatra dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, ha un passato caratterizzato da una lunga serie di violenze. In passato è stato arrestato e sottoposto alla misura cautelare dei domiciliari a seguito di vari reati, tra cui lo sfregio al volto di uno psichiatra dell’ospedale Versilia, le molestie sessuali a una minorenne e l’aggressione con lo spray al peperoncino di una guardia giurata del Tribunale di Lucca. È stato anche sottoposto a diversi trattamenti sanitari obbligatori e ha manifestato una forte ostilità nei confronti degli psichiatri.

L’indagato è nato a Napoli nel dicembre del 1988 da una relazione tra la madre napoletana e un immigrato cinese di nome Seung, da cui ha ereditato il cognome. Il padre ha abbandonato il tetto coniugale quando Gianluca era ancora piccolo, trasferendosi in America dove attualmente lavora come agente della security in California. La madre, per proteggere i suoi due figli piccoli dallo zio di Gianluca, che si era avvicinato ai Testimoni di Geova, ha deciso di lasciare Napoli e trasferirsi a Torre del Lago.

Gianluca ha frequentato il Ginnasio, ma non ha completato gli studi a causa dei suoi problemi di squilibrio già in età adolescenziale. Su richiesta della madre, si è rivolto ai servizi sociali del Comune nel 2006, all’età di 15 anni.

Dopo essere stato seguito da un assistente sociale, uno psicologo e uno psichiatra, il dottor Martinucci, è stato ricoverato in ospedale per la prima volta. Da quel momento in poi, Gianluca ha sviluppato un forte risentimento nei confronti di tutto il mondo, in particolare degli psichiatri, ai quali ha rifiutato le cure e ha spesso aggredito fisicamente.

La sua rabbia, alimentata anche dalla sua adesione ai movimenti antipsichiatria, si è manifestata in una serie di reati e aggressioni, che lo hanno reso sempre più incontrollabile e pericoloso.

Quest’ultima aggressione alla dottoressa Capovani poteva essere evitata, se le autorità avessero preso le giuste misure per prevenire la sua escalation di violenza.

Adesso il pericoloso trentacinquenne è ricoverato in ospedale del carcere di Don Bosco sorvegliato speciale.

 

 

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